Il dettaglio della documentazione richiesta in fase di accesso ai siti. Il convegno Assopetroli a Bari

Dall'”elevata pressione fiscale”, agli ingenti “profitti garantiti alle organizzazioni criminali”, passando per la “facilità di reperire i prodotti a causa dei conflitti che coinvolgono i Paesi ricchi di risorse petrolifere”, le “inefficienze dei controlli ‘a monte’ nei confronti di ‘presunti’ operatori del settore” e la “compiacenza di operatori autorizzati del settore con le organizzazioni criminali”. Sono questi i principali fattori dietro la diffusione delle frodi nel comparto degli oli minerali illustrati dal comandante II Gruppo Tutela Entrate della Gdf di Bari, Carlo Del Piano, nel corso del convegno “Energie da difendere dall’illegalità” organizzato da Assopetroli nel capoluogo pugliese (QE 1/2).
Oltre a fare il punto sui risultati conseguiti dalle Fiamme Gialle nella Regione nella lotta alle frodi petrolifere, che hanno visto nel 2015 e nel 2016 la scoperta di 3,2 e 11,2 milioni di euro di tributi evasi, Del Piano ha fatto chiarezza sulla “documentazione richiesta in fase di accesso” per i controlli della Gdf, che in aggiunta a impianti di produzione, depositi e distributori stradali possono riguardare anche “altri impianti e soggetti che trattano prodotti sottoposti al regime fiscale delle accise”.
Si parte con le licenze di esercizio, la ricevuta attestante il pagamento per l’anno in corso dei relativi diritti in materia di accise (non richiesta per i distributori stradali di carburante e per i depositi privati), il certificato di prevenzione o l’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio e il provvedimento di concessione per l’esercizio. Richiesto inoltre il registro di carico e scarico dei documenti di accompagnamento (per i soli depositi ad uso commerciale, esclusi i distributori stradali) e la comunicazione di chiusura dell’anno precedente del registro con attestazione di comunicazione all’ufficio delle Dogane competente.
Occorrono poi le trasmissioni telematiche mensili dei dati relativi alla contabilità dei prodotti, la polizza fideiussoria o ricevuta di deposito cauzionale o attestazione di esonero dalla cauzione a garanzia dell’accisa dovuta sui prodotti denaturati detenuti (nonché ricevuta di pagamento nel caso di polizza), le tabelle di taratura dei serbatoi vidimate dalle Dogane, la planimetria approvata del deposito commerciale, il processo verbale di attivazione dello stesso e i documenti costituenti il carico e lo scarico contabile.
Messi infine sotto la lente dal comandante Del Piano i sistemi di frode legati alle fittizie esportazioni, gli illeciti posti in essere con artifizi e accorgimenti tecnici e l’illecita commercializzazione di gasolio denaturato o olio lubrificante destinati ad usi agevolati. Illustrati tra l’altro i numeri dell’operazione “Varsavia” che ha visto l’introduzione sul territorio nazionale di quasi 13 mln litri di prodotto in evasione di accisa.
Al convegno hanno preso parte tra gli altri il presidente Confcommercio, Sandro Ambrosi, il vicepresidente vicario di Assopetroli, Andrea Salsi, gli avvocati Benedetto Santacroce e Ettore Sbandi e rappresentanti delle agenzie delle Entrate e delle Dogane.
Le presentazioni dei relatori sono disponibili in allegato:
20170217_Santacroce_Convegno Bari
20170217_Guardia di Fianza_Convegno Bari