CARBURANTI: ASSOPETROLI, SU ROBIN TAX RINVIO DECISIONE INSPIEGABILE

Temporeggiare pone a rischio tenuta del settore

“La Corte Costituzionale, che è stata chiamata a decidere sulla legittimità costituzionale in materia di imposte sul reddito delle società (IRES) come disposta dal decreto legge 25/06/2008 n. 112, convertito in Legge 06/08/2008 n.133, la cosiddetta Robin Tax, ha disposto, inspiegabilmente, il rinvio sine die, della trattazione della controversia su una norma irrazionale che da tutti oramai viene giudicata ampiamente illegittima.” Ne da notizia Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia, che tutela gli interessi di oltre 1000 imprese attive nel settore della commercializzazione dei carburanti e dei prodotti energetici. “La Suprema Corte – prosegue il presidente Ferrari Aggradi – non decidendo rischia di mettere a rischio la tenuta economica delle imprese del settore già in profonda crisi per effetto della grave congiuntura economica. E’ un atto che, potenzialmente, potrebbe provocare danni inimmaginabili sotto il profilo occupazionale e, più in generale, per l’intero sistema di approvvigionamento del settore della distribuzione dei carburanti e, soprattutto, per i cittadini che vedrebbero diminuire – con il venir meno delle aziende nostre associate che, è bene ricordarlo, hanno dato vita al fenomeno delle pompe bianche – la capillarità e la pluralità dell’offerta garantita al mercato della distribuzione di carburanti dalla presenza degli operatori indipendenti. L’udienza – come ricorda il presidente di Assopetroli Assoenergia – inizialmente fissata per il 30 gennaio, era stata successivamente spostata al 27 marzo ma il nuovo rinvio è invece incredibilmente ed inspiegabilmente “sine die”. Tutto ciò, nonostante eminenti giuristi abbiano più volte ampiamente sostenuto – da ultimo il 13 febbraio scorso in un convegno promosso dalla Fondazione Visentini e dalla Confindustria – come sia a tutti palese che ci troviamo in presenza di una manifesta violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione, perché non sussiste alcun rialzo straordinario dei profitti della filiera dei prodotti petroliferi, in particolare per chi opera nella sola commercializzazione che oltretutto, in conseguenza dello stato in cui versa l’economia italiana, registra una costante contrazione delle vendite e dei margini oltre ad un crescente rischio di credito. La Robin Tax, prelievo addizionale Ires del 10.5%, non grava su sovrapprofitti congiunturali, peraltro inesistenti, ma sull’intero reddito imponibile, delineando quindi ulteriori e gravi profili di manifesta incostituzionalità della tassa. La norma in questione poi – prosegue la nota del presidente di Assopetroli Assoenergia – discrimina chi opera prevalentemente nel settore energetico con determinate caratteristiche dimensionali, lasciando fuori operatori pur presenti nella filiera ma in misura non prevalente rispetto ad altre attività o con aziende che per via di un diverso modello produttivo o organizzativo non raggiungono detti limiti dimensionali, peraltro non indici, di per sé, di maggiore profittabilità. Dunque, i nostri Associati – obbligati al rispetto di tale norma – e tante altre imprese del settore energetico, scontano un’IRES notevolmente maggiore e la violazione dei canoni costituzionali si palesa dunque in modo diretto ed immediato, quale ingiustificata discriminazione di trattamento nell’ambito di un medesimo comparto impositivo”. “La decisione della Corte Costituzionale – conclude Franco Ferrari Aggradi – è dunque motivo di estrema preoccupazione per tutte le aziende del settore della commercializzazione dei carburanti e se una nuova udienza non fosse riconvocata a breve, ci troveremmo di fronte ad una grave violazione dei diritti dei cittadini e delle imprese ad avere giustizia”.