Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in audizione nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera sulle modalità di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), rispondendo a una domanda dell’on. De Toma (FdI), è tornata (scarica l’estratto video) sul tema della stazione carburanti del futuro e dell’illegalità nel settore, citando anche il recente incontro tenuto con le Associazioni del settore.
In generale il ministro ha poi osservato che:
- Il budget totale della Missione 2 del Pnrr, relativa a Rivoluzione verde e transizione ecologica, ha un valore totale che equivale ad una spesa di 40 milioni di euro al giorno per i prossimi 5 anni. Questa è personalmente la cosa che mi crea più peso organizzativo, perché non è banale. Se volete fare lo stesso conto sull’intero Pnrr, sono 100 milioni al giorno per l’Italia. Il ministero dell’Ambiente che io ho trovato quando sono arrivato – ha aggiunto – mediamente gestisce poco più di un miliardo, 1,2-1,3 miliardi, all’anno, in larghissima misura spese fisse. E’ chiaro che con l’avvento e con l’inizio del Pnrr queste cifre si trasformano in cifre nell’ordine di 15-16 miliardi fra la componente fissa e la componente Pnrr, con la differenza che però se partiamo da da una base da 15-16 miliardi l’anno in larghissima parte è da indirizzare e controllare sulla base della road map che è stata concordata con la Commissione europea, quindi è un impegno molto grosso.
- Dopo una discussione a Palazzo Chigi abbiamo concretizzato a brevissimo la chiamata del Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica). Quindi questo ci consente a breve di approvare il piano generale e poi per il 30 di giugno di approvare, speriamo, la proposta di costruzione del Mite con la norma dedicata; abbiamo già lavorato, siamo molto avanti.
- Noi avremo a questo punto da interfacciarci con l’unità di governance centrale, e quindi io ho predisposto un gruppo di project management che dovrà seguire le diverse linee del programma costituito da dieci persone; e poi abbiamo cominciato delle audizioni – le abbiamo terminate la settimana scorsa – con le istituzioni di cui il Mite sarà vigilante. Una di queste è l’Enea, l’altra è l’ispra, il Gse. E queste per noi, lo abbiamo già più o meno concordato, saranno le stazioni appaltanti, perché qui ci sarà il problema fondamentale che bisognerà seguire il progetto e avere delle stazioni appaltanti esperte che possano poi stringere diversi accordi di programma con le Regioni, con i Comuni o eventualmente fare gare e bandi o eventulamente creare delle strutture ad hoc pubblico-private su cui dovremo discutere.
- La buona notizia, ci dicevano dal ministero delle Finanze, è che non dobbiamo aspettare l’anticipo, nel senso che si può cominciare con le operazioni. Quindi la mia speranza sarebbe, non appena è chiuso il pacchetto organizzativo del Mite, riuscire a lanciare quantomeno i bandi o – chiamiamole così – le ‘call’, poi possono essere accordi di programma o altro, in modo da accelerare, anche prima dell’estate e dare un segnale che le cose stanno partendo.
- In questi cinque anni noi dovremo fare uno sforzo enorme per tagliare la grande quantità di gas serra che emettiamo con gli interventi più radicali. Dopo avremo 25 anni ancora da lavorare.
- Noi dovremo raggiungere il 70-72% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, contro l’attuale circa un terzo che abbiamo. Questo 72% è l’abilitatore fondamentale, perché grazie a questa elettricità verde noi possiamo trattare i settori ‘hard to abate’ (acciaierie, cartiere, cementifici ecc.) perché possiamo elettrificare le sorgenti di temperatura elevata utilizzando energia elettrica verde come sorgente primaria, possiamo installare – come abbiamo promesso – circa10mila colonnine sul territorio ma anche impianti per l’idrogeno ecc. perché possiamo ricaricare i mezzi con l’energia verde, possiamo iniziare una politica seria, forte sull’idrogeno (ho tutti i benchmark europei sull’idrogeno, siamo assolutamente allineati in ambito Pnrr con i Paesi principali) e anche utilizzare l’idrogeno ad esempio per le acciaierie o i settori ‘hard to abate’.
- Come da mappa europea – ha specificato – noi non abbiamo previsto ‘carbon capture’, perché ci hanno detto che non si poteva, e quindi abbiamo previsto un forte incremento delle rinnovabili allo scopo di poter accelerare il prima possibile la produzione di energia elettrica verde. Se falliamo nel fare questa questa cosa, tutta filiera che viene dopo ritarda, e quindi ritardiamo il famoso -55% delle emissioni rispetto al 1990.
- Dobbiamo installare 70 GW di rinnovabili sino al 2030, e questo vuol dire in media 8 GW all’anno. Al momento abbiamo installato solo 0,8 GW, cioè un decimo. Abbiamo avuto un picco dieci anni fa e poi l’accelerazione è calata. Il problema è che dobbiamo aumentare di 10 volte la capacità di installare sistemi che sono complessi, c’è da fare repowering, con macchine più potenti che occupano meno terreno, c’è da installare eolico offshore e onshore. Questa è una sfida nella sfida perché questo ‘fattore 10’ deve partire adesso.
- La misura del superbonus non deve diventare un condono. Sentivo parlare i colleghi che se ne stanno occupando oggi ed è chiarissimo che viene fatta una norma che fa in modo di semplificare la macchina ma è scritto nero su bianco che non è un condono – lo si può fare, ma se c’è qualcosa di irregolare salta – ma semplifica le operazioni. Ho visto che siamo tutti d’accordo sul fatto che non bisogna fare regali alla gente disonesta, poi è di queste ore e vedremo che cosa esce. D’altro canto, io sono convinto che l’estensione ad alcune categorie sarebbe molto utile. Poi io credo – però questa è la mia opinione personale – che sarebbe giusto prolungarlo. Ci stanno tutti lavorando con un certo giudizio.
- Penso di poter affermare con buona certezza che il Fer 2 sarà pronto per l’estate, confermo che è finita la fase di scoping del Pitesai e per il 30 settembre dovrebbe essere finito, al massimo dovrà andare alla Conferenza Stato-Regioni, però come promesso sarà finito. Il Pniec lo stiamo aggiornando, è urgentissimo perché dobbiamo per forza fare un aggiornamento che deve recepire i nuovi dati, altrimenti tutto quello che stiamo facendo rimane disallineato dal Pniec.