Prezzi modificati, colonnine manomesse e carburanti alterati. In vista delle partenze estive meglio stare attenti quando si fa rifornimento. Ecco qualche consiglio importante
di ALICE DUTTO
Oltre 2 miliardi di euro di evasione
Benzina illegale, truffe e frodi. Soprattutto d’estate il serbatoio (e il portafogli) degli automobilisti che stanno per andare in vacanza è a rischio. Del resto, come è emerso dalla relazione annuale di Assopetroli Assoenergia, il 15% dei prodotti petroliferi immesso in consumo è «distratto» sul mercato parallelo: una frode fiscale che genera un’evasione di Iva che, secondo le stime, oltrepassa i 2 miliardi di euro.
Ma a essere truffato non è solo lo Stato: spesso, infatti, come ha denunciato più volte la Guardia di Finanza, anche alle pompe di benzina vengono commessi reati a danno degli automobilisti. Un danno che andrebbe arginato il più possibile, considerando la spesa aumentata delle famiglie italiane in materia di carburanti: 26,5 miliardi di euro nel primo semestre 2017, cioè +9,5% rispetto allo scorso anno secondo il Centro Studi Promotor.
Attenzione ai prezzi
Una truffa molto praticata è la differenza tra i prezzi esposti fuori dall’impianto e quelli poi applicati durante l’erogazione. Basta fare attenzione alla corrispondenza dei due valori per evitare il raggiro.
Evitate le distrazioni
«Attenzione alle distrazioni: soprattutto se ci sono molte auto in fila e se vi viene proposto qualche servizio, come il lavaggio del vetro, il cambio delle spazzole o dell’olio. Anche solo guardare lo schermo del cellulare potrebbe non farvi notare che il rifornimento non parte da zero, ma già da 5 o 10 euro» dice Silvia Bollani, esperta di Altroconsumo. Da questo punto di vista «i distributori self service sono più sicuri».
Verificate la capienza del serbatoio
In molti casi è la pompa a essere manomessa ed erogare meno carburante di quanto dovrebbe: anche una minima riduzione può generare grandi guadagni (esentasse). Se però sapete qual è la capienza del vostro serbatoio, sarà un po’ più facile evitare raggiri e calcolare se la quantità di carburante immessa è corrispondente al prezzo.
Fate benzina allo stesso distributore
Molto comune è anche la miscela dei combustibili con altri liquidi meno costosi, che possono danneggiare il motore o comunque ridurre le prestazioni della vettura. Facendo rifornimento presso lo stesso impianto sarà più semplice verificare lo stato della propria vettura e denunciare l’impianto nel caso si verificassero problemi.
Rifornitevi la mattina
Un’altra frode, soprattutto estiva, che nel 2016 è stata denunciata anche dal programma televisivo le Iene, riguarda la temperatura del carburante. Spesso è più alta rispetto a quella imposta per legge e ciò determina un aumento del volume del carburante, che così riempie prima il serbatoio senza però avere maggiori prestazioni.
Ovviare a questo problema non è ovviamente semplice, ma un modo per ridurne l’impatto è quello di fare il pieno la mattina, quando la temperatura dell’aria, ma anche del sottosuolo dove è conservato il carburante, è più bassa.
Verificate il resto
Un altro consiglio intuitivo, ma a volte sottovalutato è quello di controllare il resto che si riceve, che spesso non è corretto. «È di sicuro una truffa meno raffinata rispetto alla manomissione di una pompa di benzina, ma è comunque molto efficace» aggiunge Silvia Bollani di Altroconsumo.
Pagate con la carta
Tenete traccia del pagamento, pagando con il bancomat o con la carta di credito. In questo modo, se ci fossero problemi, sarà più semplice risalire al vostro acquisto in un determinato impianto.
Andate da un meccanico
Nel caso notaste guasti al motore, rivolgetevi a un’officina per valutare se il danno sia stato causato dal carburante contraffatto. In quel caso, conservatene un campione da far poi analizzare alle forze dell’ordine.
Denunciate la situazione
Se vi rendete conto con c’è una manomissione della pompa di benzina o che vi è stato erogato carburante alterato, non esitate a chiamare le forze dell’ordine. Per ottenere poi il rimborso della benzina già pagata, potete rivolgervi a un’associazione dei consumatori.
Articolo pubblicato su Corrieredellasera.it il 27 luglio 2017