CRISI DI GOVERNO, DIETRO LE QUINTE CON ASSOPETROLI-ASSOENERGIA

Assopetroli-Assoenergia segue con estrema attenzione e puntualità gli sviluppi della crisi politica in corso, avendo accesso attraverso il lavoro costante della segreteria ad informazioni privilegiate dagli stessi addetti ai lavori nei diversi livelli istituzionali.

Proviamo in questa sede a riavvolgere il nastro di una crisi le cui motivazioni, al di là delle lecite singole sensibilità politiche degli associati e dei diversi punti di vista degli stessi analisti, sono difficili da capire a fondo, soprattutto se inserite in un contesto sanitario ed economico particolarmente difficile.

La situazione politica in Italia preoccupa anche i vertici europei, che temono il ritorno alle urne. In particolare, il commissario con delega al Bilancio Johannes Hanh ha dichiarato che l’instabilità politica si abbatte in un momento cruciale, proprio quando iniziavano a registrarsi i primi progressi nell’elaborazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Un Piano da 210 miliardi di euro che affronta le trasformazioni imposte dalla transizione ecologica, una sfida che vedrà anche Assopetroli-Assoenergia tra i protagonisti. Difatti nei prossimi giorni l’Associazione, a seguito di una specifica richiesta da parte delle istituzioni, condividerà ufficialmente con Governo e Parlamento la propria posizione.

Sullo sfondo l’atteso nuovo decreto legge sui ristori con al centro, oltre agli indennizzi a fondo perduto, diverse poste, tra cui il rifinanziamento per almeno altre 26 settimane della cassa integrazione, attualmente coperta fino a marzo, il blocco dei licenziamenti selettivo, il fondo occupazione, l’indennità per gli stagionali, un nuovo intervento sui congedi parentali, le risorse alle regioni e ai comuni, alle imprese e agli autonomi.

E’ in questo contesto che si intreccia una crisi che Italia Viva innesca – nelle parole del suo leader Matteo Renzi – per la non condivisione dell’impostazione del PNRR, nonostante le aperture di Palazzo Chigi a una rivisitazione dei contenuti. Da qui il ritiro di due ministri e un sottosegretario in quota Iv.

Al di là del seppur lecito punto di vista di Italia Viva sul PNRR, occorre far presente in questa sede che il Governo Conte II è stato sin dall’inizio insidiato dal tentativo di Matteo Renzi di condizionare il corso politico della legislatura. L’emergenza coronavirus ha rallentato il raggiungimento di tale obiettivo, ma il risultato negativo di Italia Viva alle regionali di settembre (dallo 0,6 in Veneto al 2% in Puglia, solo per citare qualche dato) ha acuito le difficoltà di Renzi, rendendo un’incognita il suo progetto politico centrista.

Quella renziana appare così una manovra volta a migliorare le prospettive politiche di una forza debole nei consensi, mancando connessioni con i sentimenti prevalenti della popolazione italiana, ma decisiva in sede parlamentare.  

Quindi l’estremo tentativo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di verificare in Parlamento la fiducia attraverso la proposta di un patto di fine legislatura, una riforma della legge elettorale in senso proporzionale e l’appoggio raccogliticcio di un gruppo di parlamentari responsabili.

Infine, in vista di un divisivo voto sui temi della giustizia, le inevitabili dimissioni del premier che aprono una crisi al buio e le rituali consultazioni in Quirinale con M5S e PD che di fatto bollano come inaffidabile Iv, il centro-destra unito che chiede un esecutivo istituzionale politicamente più neutro oppure – in extrema ratio – il voto e Italia Viva che propone un governo politico di fine legislatura, ponendo veti su Giuseppe Conte, o un governo istituzionale.

La nascita di un Conte ter appare così decisamente in salita – anche perché l’allargamento della maggioranza arranca – e il totonomi su un possibile nuovo premier va avanti. Sul tavolo l’ipotesi di un Governo politico guidato da un tecnico, oppure il mandato esplorativo a un presidente del Consiglio proveniente dalla maggioranza, ma in grado di far rientrare Iv. Quindi l’estrema, ma non remota, ipotesi di un ritorno al voto.

Intanto il Quirinale, che ha sempre evocato il bisogno di maggioranze solide e con un perimetro ben chiaro, monitora preoccupato la situazione e registra tutte le posizioni sul tavolo di una situazione sempre più complicata.