DIRETTIVA DAFI: LA VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

La Commissione Europea ha pubblicato questa settimana un rapporto sull’implementazione della direttiva sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (DAFI) negli stati membri, in vista dell’imminente avvio del processo di revisione della stessa.
La Commissione, esaminate le relazioni trasmesse dagli stati membri (manca un giudizio sull’Italia, che a quanto pare avrebbe trasmesso tardivamente le proprie informazioni), fornisce una fotografia della rete di carburanti alternativi: una infrastruttura al momento sufficiente per soddisfare il numero piuttosto basso di veicoli a combustibile alternativo attualmente in circolazione, ma che sarà chiamata a fare un grande balzo in avanti per riuscire a traguardare gli obiettivi del Green New Deal. La Commissione ha infatti dichiarato che per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, la diffusione dei veicoli a zero emissioni e delle relative infrastrutture deve accelerare notevolmente in tutti i segmenti di mercato dei veicoli leggeri e pesanti e che gli sforzi dovranno essere notevolmente superiori a quelli comunicati dagli Stati membri a norma della direttiva. Inoltre la Commissione ha riscontrato che, con una diffusione piuttosto limitata dei veicoli a combustibile alternativo, gli investimenti nelle infrastrutture potrebbero non essere redditizi. Ciò vale in particolare per le località caratterizzate da una scarsa domanda e dove le opportunità commerciali sono minori, ad esempio le zone rurali o quelle con scarsa diffusione dei veicoli. L’installazione di punti di ricarica ultrarapida e di stazioni di idrogeno lungo la rete centrale e globale TEN-T potrebbe inoltre richiedere un ulteriore sostegno. In tale ambito, secondo la Commissione, occorre che i finanziamenti pubblici per i punti di ricarica o di rifornimento accessibili al pubblico proseguano e si concentrino sulle parti della rete in cui gli investimenti privati non saranno redditizi, al fine di conseguire l’obiettivo della Commissione di disporre di almeno 1 milione di punti di ricarica e rifornimento accessibili al pubblico entro il 2025. In questo contesto, la Commissione ha annunciato revisioni della legislazione correlata, ad esempio delle norme in materia di emissioni di CO2 per i veicoli leggeri nel 2021 e il riesame delle norme in materia di emissioni di CO2 per i veicoli pesanti nel 2022, le prossime iniziative FuelEU e ReFuelEU per il trasporto marittimo e aereo e la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, che rafforzerà le misure per la diffusione dei combustibili rinnovabili, dell’idrogeno e dell’energia elettrica nel settore dei trasporti.
La relazione presenta inoltre i dati sulla progressiva diffusione dei veicoli a trazione alternativa. Tra il 2014 e il 2020 i mezzi a carburante alternativo sono passati dal 2,99% al 3,93% del parco circolante. Particolarmente rilevante l’aumento per i veicoli elettrici a batteria (+1.105% a oltre 900mila unità), ibridi plug in (+1.231% a oltre 750mila unità) e a idrogeno (+2.715% a circa 1.500 unità), ma crescono anche le auto a metano (+21% a 1,2 milioni) e Gpl (+12% a 7,7 milioni). In totale, nel 2020 in Europa circolavano oltre 10,5 milioni di auto a trazione alternativa.