FVG: Camera approva legge costituzionale che modifica Statuto

Serracchiani: prima Regione ad aver completamente cancellato le Province

(Regioni.it 2986 – 20/07/2016) La Camera ha approvato la legge costituzionale che modifica lo Statuto della Regione Friuli Venezia Giulia. A Montecitorio via libera, in seconda deliberazione, alla proposta di legge costituzionale (passata in prima deliberazione al Senato e alla Camera e in seconda deliberazione al Senato) “Modifiche allo Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.1, in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni regionali e di iniziativa legislativa popolare”.
Il nuovo Statuto del Friuli Venzia Giulia sopprime le province e prevede due livelli di governo territoriale: la Regione e i Comuni. Inoltre i Comuni potranno “associarsi” dando vita a “città metropolitane”, previste dallo Statuto che abbassa da 25 a 18 l’età per poter essere eletti consiglieri regionali. Sempre lo Statuto diminuisce da 15 mila a 5 mila, il numero di firme necessarie per l’iniziativa legislativa popolare.
“Il Friuli Venezia Giulia è la prima Regione in Italia ad aver completamente cancellato le Province dal suo ordinamento: è un evento di cui possiamo andare fieri tutti”, sottolinea la presidente Debora Serracchiani., secondo cui questo passaggio alla Camera “va considerato una conquista di tutta la comunità regionale, perché abbiamo dimostrato di saper fare uso efficace dell’autonomia che lo Statuto speciale ha affidato alla nostra Regione. Nel giro di un anno, attraverso l’azione convergente del Consiglio regionale unanime e del Parlamento, abbiamo portato a termine un percorso non semplice che prevedeva la modifica della Costituzione”.
“La semplificazione dell’ordinamento degli Enti locali – ha proseguito Serracchiani – va incontro a un largo e profondo sentire della popolazione e, con la riduzione dei livelli di intermediazione, l’aumento dell’efficienza dei servizi e il risparmio che ne deriva, rappresenta una modernizzazione del sistema istituzionale del territorio regionale. L’auspicio è che l’azione riformatrice della Regione nel suo complesso possa essere condivisa e – ha concluso – portata avanti al di là delle temporanee colorazioni partitiche”.