GREEN PASS, DL IN GAZZETTA. SALTA SOSPENSIONE DAL LAVORO

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il dl Green pass – datato 21 settembre 2021 – approvato la scorsa settimana dal Cdm, che contiene le misure inerenti al certificato verde e valide per i lavoratori pubblici e privati. Nel testo del decreto pubblicato in Gu salta la sospensione dal lavoro – prevista originariamente – per chi non è in possesso del green pass. Tra l’altro con tale provvedimento:

  • si rimette ai datori di lavoro la verifica in ordine all’osservanza dell’obbligo di possesso ed esibizione del Green pass, specificando che per i lavoratori esterni detto accertamento è posto in capo anche ai rispettivi datori di lavoro;
  • si demanda ai datori di lavoro la definizione, entro il 15 ottobre 2021, delle modalità operative per l’organizzazione delle suddette verifiche, da eseguire anche a campione e, preferibilmente, al momento dell’accesso nei luoghi di lavoro, nonché l’individuazione dei soggetti incaricati di accertare le violazioni degli obblighi di certificazione suindicati;
  • si stabilisce che i lavoratori del settore privato, sia nel caso in cui comunichino il mancato possesso sia nel caso in cui risultino privi del Green Pass al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sono considerati assenti ingiustificati fino alla presentazione di detta certificazione (e comunque non oltre il 31 dicembre 2021), senza corresponsione della retribuzione o di altro emolumento, con diritto alla conservazione del posto di lavoro e senza conseguenze disciplinari;
  • si prevede che per le imprese con meno di quindici dipendentidopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021.

Federalismo fiscale, Fedriga: attuazione va coordinata con Recovery Plan
“È necessario coordinare l’attuazione del federalismo fiscale con il nuovo sistema fiscale che si va delineando sulla base del Recovery Plan”. A sostenerlo è il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, intervenuto nella commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, per un’audizione sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Pnrr. Fedriga – si legge in una nota della Conferenza – ha sottolineato l’esigenza di una ripresa dell’applicazione del federalismo fiscale: “Basti considerare che sono trascorsi 20 anni dalla modifica del ‘Titolo V’ della Costituzione che, all’articolo 119, riconosceva l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa per gli enti territoriali. Sono passati 12 anni dall’approvazione della legge di attuazione del cosiddetto ‘Federalismo Fiscale’ (legge 42/2009) e 10 anni dal decreto attuativo n. 68/2011 finalizzato a ridisegnare la fiscalità delle regioni e il superamento della spesa storica a favore dei costi standard e della capacità fiscale, ma a tutt’oggi è ancora in discussione l’applicazione dell’autonomia finanziaria degli enti”.  “Eppure – prosegue il presidente della Conferenza delle Regioni – l’autonomia finanziaria degli enti è strettamente legata alla responsabilità anche finanziaria degli stessi e viceversa la responsabilità finanziaria non può che essere accompagnata dall’autonomia finanziaria soprattutto se si vuole dare maggiore efficacia all’operatività dell’ente”. 

“Si tratta di concetti che meritano di essere riportati al centro della discussione sull’attuazione del federalismo fiscale: l’autonomia finanziaria degli Enti da coniugare con la responsabilità di prelievo e di spesa è di fatto il cardine del federalismo fiscale”, ha aggiunto Fedriga. Inoltre “la valorizzazione dell’autonomia, partita principalmente da territori del nord del Paese”, oggi è anche “fondamentale” per le “regioni del Sud Italia. I rapporti con lo Stato centrale durante la pandemia – ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni – hanno fatto capire con chiarezza che valorizzare l’autonomia stessa di tutte le Regioni d’Italia possa portare a una migliore risposta ai cittadini e ad un miglior coordinamento degli enti della Repubblica. Del resto molte Regioni del Mezzogiorno hanno dimostrato la capacità amministrativa e di governo del territorio che, coordinata ovviamente dallo Stato centrale, può rappresentare un valore aggiunto per il nostro Paese”.