Leggi l’intervista rilascita dal Presidente Andrea Rossetti alla Staffetta Quotidiana il 6 maggio 2019:
Carburanti, le frodi frenano l’evoluzione della rete
Intervista al presidente di Assopetroli, Andrea Rossetti
Assopetroli fu la prima associazione a lanciare nel 2014 l’allarme sul dilagare delle frodi nella distribuzione carburanti (v. Staffetta 02/07/14). Oggi, a poco più di una settimana dall’assemblea annuale e dal 70° anniversario dell’associazione, il presidente Andrea Rossetti torna sul tema, confermando che, anche su spinta di Assopetroli, il Mef sta definendo nuove misure per rafforzare l’impianto normativo da approvare con il primo veicolo legislativo disponibile.
Dal vostro punto di osservazione, qual è la situazione attuale delle frodi nella distribuzione carburanti? È un fenomeno in aumento o le norme introdotte negli ultimi anni hanno determinato un’inversione di tendenza?
La percezione sul campo trasferita dalle imprese, unita al confronto mai interrotto con l’Amministrazione e gli apparati di controllo, ci convincono che nonostante i notevoli passi avanti che sono stati indubbiamente fatti, quantomeno sulla presa di coscienza e sull’iniziativa legislativa, il problema non è risolto né rientrato in soglie che possano essere considerate fisiologiche. È quindi essenziale mantenere alta la mobilitazione e proseguire l’azione di stimolo e proposta che la nostra organizzazione ha intrapreso senza sosta da più di quatto anni.
Secondo lei cosa manca nel quadro legislativo attuale, partendo dalle norme primarie fino alle circolari? Cosa invece è di troppo – se c’è qualcosa di troppo?
È evidente che il fenomeno che si cerca di contrastare è caratterizzato da un alto grado di complessità, di capacità organizzativa dei missing trader che hanno una grande rapidità di adattamento alle contromisure adottate sul piano delle norme, delle prassi e dei controlli.
La dimensione chiaramente strutturata delle organizzazioni coinvolte ha consentito, e in parte consente tuttora, di sfruttare la vulnerabilità dell’ordinamento tributario, in particolare della disciplina Iva. Il salto dell’imposta sul valore aggiunto resta il problema di gran lunga più consistente e preoccupante che alimenta il mercato parallelo che va considerata una grave minaccia alla sopravvivenza delle imprese.
Nuovi interventi sono in via di definizione per rafforzare l’impianto della legge 205/18. Abbiamo dato un contributo di idee ma attendiamo di leggere i provvedimenti, nell’auspicio che siano efficaci e approvati rapidamente nel primo veicolo legislativo disponibile.
Una riflessione va poi fatta sul sistema dei controlli implementabili anche solo per prassi, partendo dal presupposto che la sola legislazione in nessun caso potrà mai arrivare a contrastare ogni fattispecie penale. A riguardo si deve ricordare il gran lavoro che è stato già fatto ma che deve ancora dispiegare appieno il suo potenziale.
Dal punto di vista soggettivo, è evidente che il sistema debba concentrare la sua azione ad ampio raggio sui pochi soggetti che, per l’analisi del rischio e dei flussi, rilevano anomalie operative o quantitative. Dal punto di vista oggettivo, è necessario concentrare l’analisi in tempo reale sulle operazioni effettuate attorno o a valle dell’intervento di soggetti a rischio, per seguirne la filiera commerciale in continuità.
Nell’ultimo triennio sono molti i provvedimenti assunti su questo fronte e, dunque, le armi ora in possesso degli organi di controllo per arginare il fenomeno.
Sono stati stretti i requisiti per ottenere e mantenere un deposito fiscale o per rivestire la qualifica di destinatario registrato; è stata introdotta la fatturazione elettronica; è stata modificata la disciplina delle lettere di intento con modifiche che accorciano i tempi di controllo; è stato introdotto il sistema delle lettere di warning; è stata ridisegnata la disciplina per il pagamento dell’Iva sui depositi fiscali; è stata introdotta la tracciabilità dei prodotti in esenzione di accisa e dei mezzi che li trasportano; sono in uso all’amministrazione finanziaria tutti i più potenti mezzi normativi per procedere a verifiche e controlli pervasivi ed approfonditi, sia in sede amministrativa, sia giudiziaria; a ciò si aggiunga il monitoraggio sicuro dei flussi accise con i documenti Emcs; le lettere di intento monitorabili in tempo reale; l’individuazione dei soggetti destinatari delle lettere; ancora, senza pretesa di esaustività, le dichiarazioni Intrastat a conferma dei flussi.
Posto tutto questo, va rimarcata l’importanza della tempestività di un sistema di controlli che garantisca effettivamente la tenuta delle norme esistenti e già operative, per quanto ulteriormente migliorabili.
Il rischio altrimenti è che si produca una stratificazione infinita di norme che finiscono per imporre sempre nuovi obblighi e adempimenti indifferenziati che, se non proporzionati, pesano oltremisura sulle Pmi della distribuzione, spesso arrivate a questo punto stremate da anni di concorrenza sleale e crisi di redditività.
C’è un’interlocuzione sufficiente con la politica su questi temi? E con i vertici e le articolazioni dell’amministrazione?
Nonostante innumerevoli sollecitazioni la presa in carico di questo dossier da parte dell’attuale Governo è avvenuta con ritardo che si è protratto fino alla chiusura della sessione di bilancio. Dallo scorso gennaio registriamo una rinnovata attenzione e dichiarata consapevolezza del ruolo importante di questa filiera nella distribuzione energetica. E finalmente l’interesse sembra muovere non solo da preoccupazioni contingenti di gettito fiscale. La nuova fase ha portato al coinvolgimento sia del Mef, sede propria per l’iniziativa di contrasto all’evasione, che del Mise. È un duplice interesse positivo e lo interpretiamo come giusta preoccupazione per lo stato di salute di un settore che resta essenziale e va salvaguardato. Auspichiamo che ciò produca un’azione legislativa e di indirizzo politico-amministrativo efficace e ben coordinata.
Il dialogo con l’Amministrazione, in particolare con le due Agenzie fiscali di riferimento Agenzia Dogane Monopoli e Agenzia Entrate, invece non si è mai interrotto negli ultimi quattro anni ed è stato alimentato da una collaborazione leale, molto fattiva e particolarmente qualificata.
Cosa pensa del tavolo convocato dal sottosegretario Crippa al Mise? Avete ricevuto delle “istruzioni”? Avete dato dei “consigli”?
Su questo in parte ho già detto ma va dato atto al sottosegretario di aver raccolto le sollecitazioni ed essersi fatto carico del problema. Credo sia stata compresa la rilevanza della questione in tutti i suoi aspetti che non sono appunto solo di natura fiscale, ma di salvaguardia di questo pezzo di economia legale rispetto a una aggressione esterna senza precedenti che può arrivare a innescare una spirale involutiva non recuperabile.
C’è poi una valutazione di prospettiva da qui a dieci anni. Il mondo dei rivenditori e dei retisti è convinto di poter essere protagonista della transizione energetica e, come abbiamo già sostenuto, di rappresentare un ponte per la mobilità sostenibile.
Ma ciò impone di rinnovare profondamente l’infrastruttura distributiva al passo con gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese. È richiesto uno sforzo enorme di riconversione industriale e bisogna essere consapevoli delle difficoltà. Gli investimenti di oggi sono l’offerta di domani. Senza il recupero di una redditività proporzionata in questo business le imprese non riusciranno a investire e l’evoluzione tarderà a maturare. © Riproduzione riservata