Format News è la newsletter a carattere statistico realizzata dai ricercatori di Format Research
Le news della settimana
Monday Outlook
Da mesi, fra alti e bassi, si parla di una ripresa che stenta, ma che sta comunque lentamente affermandosi, e gli ultimi dati confermano la tendenza favorevole ma, questa volta, in modo un po’ più netto. Ci sono segnali decisamente positivi nell’ambito del mercato interno, dove aumenta il potere d’acquisto degli italiani, si consolidano i consumi, dove sembra si risvegli il mercato immobiliare e anche nel mondo del lavoro le cose stanno evolvendo in meglio. Permane l’ingente peso della pressione fiscale che è stata pari nel terzo trimestre al 41,4%, in lieve aumento (+0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Nel terzo trimestre del 2015 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014. Nei primi tre trimestri del 2015, nei confronti dello stesso periodo del 2014, il potere di acquisto è cresciuto dello 0,9%(istat).
Per la prima volta, dopo quattro anni, si registra un incremento dei prezzi delle abitazioni su base congiunturale (+0,2%). L’aumento è trainato dal rialzo dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%) (Istat). Segnali positivi (fonte ABI) emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: sulla base di un campione rappresentativo di banche (che rappresentano oltre l’80% del mercato) nei primi 11 mesi del 2015 le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento annuo del +97,4% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno.
Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%) e ottobre (-0,2%), a novembre 2015 la stima degli occupati cresce dello 0,2% (+36 mila). Tale crescita è determinata dalla componente femminile e dall’aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti mentre calano i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,4% (Istat).
Secondo le recenti stime Unioncamere rallenta la corsa dei fallimenti: -4,8% le procedure aperte tra gennaio e novembre. Sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello che questo dato “conferma che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni. Quello di quest’anno è infatti, sul fronte dei fallimenti, il risultato migliore dall’inizio della crisi”.
Anche in un settore particolare com’è quello delle 2ruote i dati sono buoni infatti il mese di dicembre 2015 ha registrato 4.856 immatricolazioni pari al +11,6% rispetto al dicembre 2014, con gli scooter che accelerano con 3.259 unità (+18%), un volume più che doppio rispetto alle moto che con 1.597 pezzi segnano il +0,5%. Anche le registrazioni dei veicoli 50cc sono in controtendenza rispetto all’andamento del 2015 e con 1.160 veicoli crescono del +6,2%. Dicembre pesa poco meno del 3% delle vendite sull’intero anno (ANCMA).
Nei giorni scorsi sono partiti in tutta Italia i saldi invernali e secondo le stime Confcommercio con Format research la spesa media sarà di 346 euro a famiglia (+3% rispetto all’anno scorso).
In questa Newsletter Eventi e Convegni: la segnalazione di alcuni dei più importanti eventi di natura socio economica dei prossimi giorni.
Confcommercio: partiti in tutta Italia i saldi invernali
La spesa media sarà di 346 euro a famiglia (+3% rispetto all’anno scorso). Farà acquisti il 55% dei consumatori contro il 51% del 2015. In calo articoli sportivi e pelletteria. La maggior parte delle imprese dice no alla liberalizzazione totale dei saldi durante tutto l’anno, sì a posticiparne l’inizio a fine gennaio. In Veneto inizio tiepido, meglio a Milano.
Isaldi invernali sono cominciati il 2 gennaio in Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta e il 5 gennaio in tutte le altre Regioni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà 346 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori (il 3% in più rispetto all’anno scorso), per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro. Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia–Confcommercio, “i saldi sono occasioni importanti per i consumatori a caccia dell’affare. Per gli operatori commerciali sono fondamentali più per dare continuità a quei piccoli – quasi impercettibili – segnali di ripresa, che per le loro casse. Con questo tipo di vendita, aumentano i ricavi, ma diminuiscono i margini. Le nostre stime sulle vendite in saldo prevedono una crescita media del 3%. Servono ora segnali forti e politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi che stanno abbandonando le vie dei nostri centri. Il clima è diventato sempre più mite dal punto di vista metereologico, ma non così clemente nei confronti degli operatori commerciali che hanno visto ridurre fortemente le vendite di capi più pesanti e di calzature ed accessori di stagione. Anche per questo siamo sempre più determinati a chiedere lo spostamento dei prossimi saldi ad effettiva fine stagione, almeno a fine gennaio, scelta confermata da circa l’80% delle aziende del settore”. Dal consueto sondaggio realizzato da Confcommercio e Format Research emerge un aumento della percentuale di consumatori che farà acquisti: il 55% contro il 51% del gennaio 2015. In crescita la percentuale degli italiani che considera “importante” il periodo dei saldi. Le preferenze vanno, come da tradizione, ai capi di abbigliamento (94,1), calzature (72,8), accessori (30,7) e biancheria intima (26,4). In leggera flessione gli articoli sportivi (17,7) e i prodotti di pelletteria (17,5). Attendono i saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto soprattutto le donne, i consumatori in età superiore ai 45 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Mezzogiorno, le famiglie. Gli italiani stanno ricominciando a dare maggiore importanza alla qualità dei prodotti rispetto al prezzo. Attribuiscono maggiore importanza al prezzo soprattutto gli uomini in età avanzata, residenti nelle regioni del Mezzogiorno e nelle grandi aree metropolitane, in possesso di un titolo di studio medio/basso. Aumenta significativamente la percentuale dei consumatori che si sente tutelata acquistando a saldo (dal 62,1% dei saldi di gennaio 2015 al 65%). In lieve diminuzione quanti ritengono che acquistare presso i siti internet sia più conveniente piuttosto che non l’acquisto nei punti di vendita tradizionali. Aumenta leggermente la percentuale delle imprese che si attende un aumento delle visite in occasione dei saldi di gennaio 2016. La stragrande maggioranza delle imprese è contraria alla liberalizzazione dei saldi e delle vendite promozionali. Quasi il 73% ritiene che le promozioni libere prima dei saldi danneggerebbero le vendite del mese di dicembre. Quasi quattro imprese del commercio al dettaglio su cinque si dichiarano d’accordo con la proposta di posticipare la data di avvio dei saldi invernali alla fine di gennaio.
I primissimi bilanci
In Veneto inizio tiepido con dati non eclatanti, complici la pioggia e la giornata infrasettimanale (anche se prefestiva). Confcommercio Veneto, con la Federazione Moda Italia regionale, ritiene ancora prematuro tracciare un quadro sull’andamento delle vendite di ‘fine stagione’, ma conferma che l’ avvio non è stato “La prima giornata – dichiara il presidente regionale della Federazione Moda Italia, Giannino Gabriel – non è quasi mai indicativa. Aspettiamo di vedere come andranno le cose nei prossimi giorni. La sensazione comunque è che la prima mattinata di saldi sia stata senza infamia né lode. A Milano, invece, partenza tutto sommato “soddisfacente” secondo le rilevazioni di Federmodamilano. “È troppo presto – rileva il presidente Renato Borghi – per tracciare bilanci viste le caratteristiche di calendario di questa prima giornata di saldi. Occorrerà attendere la fine di questo periodo, per Milano ancora semifestivo, e l’andamento del prossimo weekend. Questa partenza, comunque, ci fa restare fiduciosi nella conferma delle previsioni di un incremento del valore dei saldi invernali milanesi rispetto all’anno passato e nella capacità attrattiva che i saldi hanno: sono molte, infatti, le opportunità – nell’assortimento e nei prezzi – che i consumatori possono trovare nei negozi”.
L’indagine su consumatori e imprese del commercio al dettaglio
Unioncamere: fallimenti: nel 2015 rallenta la corsa ai tribunali
-4,8% le procedure aperte tra gennaio e novembre
Rallenta la corsa dei fallimenti delle imprese italiane: tra gennaio e novembre di quest’anno le procedure fallimentari aperte dalle aziende dello Stivale sono state 12.583, contro le 13.223 del corrispondente periodo del 2014. In termini percentuali, la frenata è vicina al 5% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi 4 anni.
Rispetto alla struttura imprenditoriale italiana, che conta circa 6 milioni di imprese registrate negli archivi delle Camere di commercio, il fenomeno delle aperture di procedure fallimentari riguarda dunque un numero di imprese molto limitato, nell’ordine di 2,1 unità ogni mille.
“Il segnale che giunge dal rallentamento delle procedure fallimentari è certamente positivo”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Ci conferma che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni. Quello di quest’anno è infatti, sul fronte dei fallimenti, il risultato migliore dall’inizio della crisi”.
MEF: Entrate tributarie: a gennaio-novembre 2015 aumentano del 9,2%. Bene il gettito di Irpef (+11,2%), Ires (+67,9%) e IVA (+4,4%)
Nel periodo gennaio-novembre 2015 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 387.837 milioni di euro, con un aumento del 9,2% (+32.668 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2014. Ai fini di un confronto omogeneo, neutralizzando le entrate straordinarie del 2014(1) e tenendo conto dell’aumento delle imposte dirette influenzato dal gettito derivante dall’autoliquidazione IRPEF e IRES 2015, le entrate tributarie erariali presentano una crescita tendenziale del + 3,8%.
IMPOSTE DIRETTE
Registrano un gettito complessivamente pari a 216.417 milioni di euro, in aumento del 16% (+ 29.874 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2014. Tale dato risente principalmente del gettito derivante dall’autoliquidazione IRPEF e IRES pari a 5.890 milioni di euro (+42%) che nel 2015 aveva come scadenza di versamento il 30 novembre, mentre nel 2014 il 1° dicembre.
Le entrate IRPEF crescono del 11,2% (+16.144 milioni di euro) per effetto, oltre che dall’autoliquidazione, anche dall’andamento positivo delle ritenute di lavoro dipendente (+ 10.959 milioni di euro). Tale andamento risente sia degli effetti delle disposizioni del D.lgs 175/2014 relative al modello di versamento delle imposte che prevedono, a decorrere dal 2015, l’indicazione dell’Irpef al lordo delle compensazioni di imposta effettuate(2), sia del meccanismo di regolazione contabile del bonus degli 80 euro corrisposto che per il settore pubblico avviene l’anno successivo a quello di attribuzione (1.500 milioni di euro). Depurando da questi effetti, il confronto omogeneo rispetto al periodo gennaio-novembre del 2014 mostra una crescita dell’Irpef del 2,4% (+2.779 milioni di euro).
L’IRES presenta un aumento di gettito pari a 67,9% (+13.296 milioni di euro) grazie ai maggiori versamenti in autoliquidazione che confermano un quadro congiunturale in miglioramento rispetto all’anno precedente. Il risultato è ancora più significativo se si tiene conto del venir meno, nel 2015, dei maggiori versamenti a saldo effettuati nel 2014 a titolo di addizionale IRES (+8,5 punti percentuali per i soggetti che esercitano attività assicurativa, enti creditizi e finanziari – DL 133/2013).
Tra le altre imposte dirette, aumenta del 47,4% (+ 735 milioni di euro) il gettito dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze e del 92,5% (+532 milioni di euro) e quello dell’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione. Gli introiti di entrambe le imposte sono sostenuti dagli incrementi delle aliquote di tassazione dei redditi di natura finanziaria, rispettivamente dal 20 al 26 per cento e dall’11,5 al 20 per cento, adottati per finanziare le misure di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.
L’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi nonché ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale registra un incremento di 936 milioni di euro (+9,9%) dovuto alla variazione di aliquota, dal 12,5 al 20 per cento prevista dal D.Lgs. n.44/2014, sui proventi derivanti dalla partecipazione ad OICVM (Organismo di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari) di diritto estero.
IMPOSTE INDIRETTE
Il gettito ammonta a 171.420 milioni di euro, in aumento dell’1,7% (+2.794 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2014.
Prosegue il trend di crescita delle entrate dell’IVA che aumentano di 4.289 milioni di euro (+4,4%). Il dato è l’effetto dell’andamento positivo della componente relativa agli scambi interni e dei versamenti dovuti in base all’applicazione del meccanismo dello “Split Payment” (+ 5.816 milioni), mentre continua ad essere in calo il gettito registrato dalle importazioni dai Paesi extra-UE (-4,4% pari a -529 milioni di euro).
Le entrate dell’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi (oli minerali) presentano un calo di 45 milioni di euro.In flessione anche il gettito dell’accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) che ha generato minori entrate per 1242 milioni di euro (–32,4%). Il meccanismo di versamento dell’imposta prevede rate di acconto mensili calcolate in base ai consumi dell’anno precedente e un saldo che viene versato l’anno successivo a quello di riferimento, entro fine marzo, in base ai consumi effettivi. Per effetto di tale meccanismo, la flessione del gettito registrata è stata determinata dalla variazione negativa del conguaglio versato a marzo 2015 sulla base dei consumi effettivi di tutto l’anno 2014, risultati inferiori a quelli del 2013.
ENTRATE DA GIOCHI
Le entrate relative ai giochi presentano, nel complesso, una crescita di 2,9% (+ 305 milioni di euro).
ENTRATE DA ACCERTAMENTO E CONTROLLO
Il gettito derivante dall’attività di accertamento e controllo presenta una diminuzione dell’ 1,3% (- 97 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, determinata dai minori incassi derivante dai ruoli relativi alle imposte dirette (-7%), in parte compensati dall’aumento riscontrato nei ruoli IVA (+10,3%).
Non si rilevano variazioni nell’attività di accertamento rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso.
Istat: Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società
Nel terzo trimestre del 2015 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014.
Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, che tiene conto anche dell’andamento dei prezzi al consumo, nel terzo trimestre del 2015 è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% sul terzo trimestre del 2014. Nei primi tre trimestri del 2015, nei confronti dello stesso periodo del 2014, il potere di acquisto è cresciuto dello 0,9%.
La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014.
Nel terzo trimestre del 2015 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,5%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014.
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2015 è stato pari al 6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2014.
La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 40,1%, è rimasta invariata sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al corrispondente trimestre del 2014.
Nel terzo trimestre del 2015 il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 18,8%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014.
Testo integrale e nota metodologica
Istat: Prezzi delle abitazioni
Nel terzo trimestre 2015, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento aumenta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e diminuisce del 2,3% nei confronti dello stesso periodo del 2014.
Per la prima volta, dopo quattro anni, si registra un incremento dei prezzi delle abitazioni su base congiunturale (+0,2%). L’aumento è trainato dal rialzo dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%); per le abitazioni esistenti si registra invece un lievissimo calo (-0,1%).
La diminuzione su base annua dell’indice generale dei prezzi delle abitazioni, pur confermandosi, continua a ridimensionarsi (-2,3% dal -2,9% del secondo trimestre) grazie al contributo dei prezzi sia delle abitazioni nuove (-0,5% dal -1,6% del secondo trimestre) sia di quelle esistenti (-2,9% da -3,3% del trimestre precedente).
L’aumento congiunturale e la conferma del progressivo ridimensionamento delle flessioni tendenziali dei prezzi delle abitazioni si manifestano in un quadro di ripresa del mercato immobiliare residenziale in termini di numero di compravendite (+10,8% su base annua nel terzo trimestre 2015 secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate).
Il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove risulta pari a 2,4 punti percentuali, tornando ad ampliarsi dopo il minimo raggiunto nel secondo trimestre quando fu pari a 1,7.
In media, nei primi tre trimestri del 2015, i prezzi delle abitazioni diminuiscono del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un calo dei prezzi dell’1,4% per le abitazioni nuove e del 3,5% per quelle esistenti.
Testo integrale e nota metodologica
Istat: Occupati e disoccupati (dati provvisori)
Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%) e ottobre (-0,2%), a novembre 2015 la stima degli occupati cresce dello 0,2% (+36 mila). Tale crescita è determinata dalla componente femminile e dall’aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti mentre calano i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,4%.
La stima dei disoccupati a novembre diminuisce dell’1,6% (-48 mila); il calo riguarda uomini e donne e le persone con meno di 50 anni. Il tasso di disoccupazione, in calo da luglio, diminuisce ancora nell’ultimo mese di 0,2 punti percentuali arrivando all’11,3%.
Dopo la crescita di settembre (+0,5%) e ottobre (+0,3%), a novembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni rimane sostanzialmente stabile, sintesi di un calo delle donne e di una crescita degli uomini. Il tasso di inattività, pari al 36,3%, rimane invariato.
Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo settembre-novembre 2015 diminuiscono i disoccupati (-4,4%, pari a -134 mila), sono in lieve calo anche le persone occupate (-0,1%, pari a -12 mila), mentre crescono gli inattivi (+0,6%, pari a +88 mila).
Su base annua la disoccupazione registra un forte calo (-14,3%, pari a -479 mila persone in cerca di lavoro), cresce l’occupazione (+0,9%, pari a +206 mila persone occupate), cresce anche l’inattività (+1,0%, pari a +138 mila persone inattive).
Nella nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza dei principali indicatori non destagionalizzati.
Testo integrale con nota metodologica
Istat: Conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche
Nel terzo trimestre 2015 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP) in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 2,4%, inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2014.
Nella media dei primi tre trimestri del 2015 si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 2,9%, con un miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel terzo trimestre 2015, il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5%, (1,4% nel terzo trimestre del 2014).
Il saldo corrente è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dello 0,8% (0,4% nel terzo trimestre del 2014).
Nel terzo trimestre 2015, le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dello 0,5%; la loro incidenza rispetto al Pil è del 47,4%, in flessione rispetto al 48,0% registrato nel corrispondente trimestre dell’anno precedente. Le uscite correnti sono aumentate dello 0,8% (+1,5% al netto della spesa per interessi), mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 3,6%.
Nei primi tre trimestri del 2015 le uscite totali sono risultate pari al 48,4% del Pil (48,9% nel corrispondente periodo del 2014).
Le entrate totali sono aumentate, in termini tendenziali, dell’1,5% nel terzo trimestre del 2015; la loro incidenza sul Pil è stata del 44,9% (45,1% nel corrispondente trimestre del 2014).
Nei primi tre trimestri del 2015, le entrate totali sono aumentate dello 0,8% in termini tendenziali, con un’incidenza sul Pil del 45,5% (45,7% nel corrispondente periodo del 2014).
La pressione fiscale è stata pari nel terzo trimestre al 41,4%, in lieve aumento (+0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Nella media dei primi tre trimestri, la pressione fiscale è stata del 41,2%, stabile rispetto al medesimo periodo del 2014.
Testo integrale con nota metodologica
Eurostat: Area Euro inflazione stabile a 0,2%
Sezione: News (05/01) Eurostat: Area Euro inflazione stabile a 0,2%
Il tasso d’inflazione dell’Eurozona a dicembre si mantiene stabile a 0,2%, rispetto al mese di novembre: è la stima flash di Eurostat. Analizzando le componenti principali che determinano il tasso inflazione nella zona euro, cibo, alcol e tabacco dovrebbero conoscere il tasso annuale più elevato a dicembre (1,2% a confronto dell’1,5% di novembre).
Seguono i servizi (1,1% contro l’1,2% di novembre), i beni industriali non energetici (0,5%, stabile rispetto a novembre) e l’energia (-5,9% , rispetto a -7,3% a novembre).
Eurostat: volume del commercio al dettaglio giù dello 0,3% nella zona euro + 0,2% nell’UE 28
Nel mese di novembre 2015 rispetto a ottobre 2015, il volume destagionalizzato delle vendite al dettaglio è diminuito dello 0,3% nella zona euro (EA19), mentre è aumentato del 0,2% nel EU28, secondo le stime di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea . Nel mese di ottobre del commercio al dettaglio sono diminuite dello 0,2% nella zona euro ed è rimasto stabile nella EU28.
Nel mese di novembre 2015 rispetto a novembre 2014 l’indice delle vendite al dettaglio è aumentato del 1,4% nella zona euro e del 2,6% nella EU28.
Ancma: IL MERCATO DELLE 2 RUOTE CHIUDE IL 2015 IN POSITIVO
Il mese di dicembre 2015 ha registrato 4.856 immatricolazioni pari al +11,6% rispetto al dicembre 2014, con gli scooter che accelerano con 3.259 unità (+18%), un volume più che doppio rispetto alle moto che con 1.597 pezzi segnano il +0,5%. Anche le registrazioni dei veicoli 50cc sono in controtendenza rispetto all’andamento del 2015 e con 1.160 veicoli crescono del +6,2%. Dicembre pesa poco meno del 3% delle vendite sull’intero anno.
Nel totale dell’anno 2015, l’immatricolato (veicoli con cilindrata superiore a 50cc) ha mostrato in Italia un buon andamento, con 171.043 unità pari al +9,6% rispetto al 2014 e con tutti i mesi di segno positivo con la sola eccezione di marzo. Le motociclette hanno registrato una crescita a due cifre consuntivando 62.449 immatricolazioni e un +14,4%, mentre gli scooter – i cui volumi, pari a 108.594 unità, rappresentano quasi i due terzi dell’immatricolato italiano – sono cresciuti del +7%. I “cinquantini” si sono fermati a 23.392 veicoli registrati, con un decremento pari al -12,5%.
Il totale complessivo delle due ruote a motore italiane (moto e scooter targati + veicoli 50cc) nel 2015 è tornato finalmente in territorio positivo con 194.435 mezzi venduti, pari al +6,3% rispetto al 2014.
“Il 2015 si è chiuso confermando una decisa inversione di tendenza, con quasi 15.000 immatricolazioni in più rispetto all’anno precedente. In calo i “cinquantini” con circa 3.300 registrazioni in meno, ma sembra che anche questo segmento possa stabilizzarsi. Abbiamo di fronte ancora molto lavoro da fare per recuperare i volumi precedenti la crisi, ma se la congiuntura economica favorevole si consoliderà il nostro settore non mancherà di fornire il proprio contributo – afferma Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) –. Tra i fattori positivi rileviamo l’aumento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese oltre alla diminuzione del prezzo dei carburanti che ha generato l’aumento dei consumi, mentre è piuttosto debole la ripresa della produzione industriale e il recupero dell’occupazione. In particolare per le 2 ruote è necessario riattivare la domanda di sostituzione che si era quasi fermata, per svecchiare il parco circolante che presenta ancora il 60% di veicoli, pari a 5 milioni di mezzi, con oltre 10 anni. In termini propositivi Confindustria Ancma sostiene alcune modifiche al Codice della Strada che sicuramente aiuterebbero il mercato a riprendersi ancora meglio, come l’utilizzo delle corsie preferenziali molto più sicure dello slalom in mezzo al traffico, l’ingresso in autostrada e tangenziali delle 125cc come in tutta Europa e la realizzazione di infrastrutture rispettose degli utenti delle 2 ruote. Si tratta di riconoscere il ruolo insostituibile delle 2 ruote come strumento individuale per la mobilità sostenibile”.
L’analisi per cilindrata delle vendite 2015 di scooter superiori a 50cc evidenzia il notevole risultato del segmento 125cc con i maggiori volumi, pari a 38.920 unità (un quinto di tutte le vendite di due ruote motorizzate in Italia) e un +15,1% rispetto al 2014. Al secondo posto troviamo gli scooter tra 300 e 500cc con 34.642 unità e un +6%; confermano i propri volumi i 150-200cc con 22.918 immatricolazioni pari al -0,7%, mentre sono in leggera ripresa i 250cc con 4.143 vendite che significa un +3,3%. Stabili i maxiscooter oltre 500cc che con 7.971 veicoli segnano un +0,4%.
Per quanto riguarda le moto targate, il 2015 ha confermato i maggiori volumi delle oltre 1000cc con 18.927 immatricolazioni ma con una crescita inferiore alla media, pari al +2,3%. Molto più dinamiche le cilindrate tra 800 e 1000cc con 18.160 unità e un incremento del +38,5%. Le 650-750cc con 11.279 moto immatricolate registrano un +5,3%. A seguire le cilindrate tra 300 e 600cc con 7.135 unità e un +8,6%. Poco mosso l’andamento delle 150-250cc con 2.146 vendite e un +1,9%. Infine le 125cc segnano un’ottima performance con 4.802 moto e una significativa crescita pari al +33,8%.
La situazione dei segmenti della moto vede affermarsi al primo posto le naked con 24.034 moto e una notevole accelerazione pari al +33,5%. Seguono le enduro stradali con 19.504 veicoli e una modesta crescita pari al +3,6%. Seguono a distanza le custom con 6.141 unità e un +4,6%; interessante il trend più che positivo delle moto da turismo con 5.731 unità pari al +21,2%. Anche le sportive sono in ripresa con 3.982 immatricolazioni e un +17,5%, infine segno negativo per le le supermotard con 2.019 unità perdono volumi con un -22,1%.
The World Bank: La Banca mondiale taglia le stime sulla crescita globale
La Banca Mondiale ha tagliato le sue stime sulla crescita globale nel 2016 di 0,4 punti percentuali al 2,9 per cento soprattutto a causa del rallentamento dei principali Paesi emergenti, ma anche per una valutazione meno ottimista su vari Paesi avanzati.
Nell’ultimo rapporto semestrale Global Economic Prospects, la World Bank si mostra più prudente rispetto al report del giugno scorso e il suo capo economista Kaushik Basu avverte che l’economia mondiale potrebbe decelerare ulteriormente anche per via di “stress finanziari”.
Le stime sulla crescita del Pil reale cinese nel 2016 sono state ridotte dal precedente 7% al 6,7% – il passo più lento dal 1990 – e dal 6,9 al 6,5% per il 2017.
Testo integrale Global Economic Prospects (Ing)
ABI: mutui in crescita nei primi 11 mesi del 2015
Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: sulla base di un campione rappresentativo di banche (che rappresentano oltre l’80% del mercato) nei primi 11 mesi del 2015 le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento annuo del +97,4% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno.
Più in dettaglio dati relativi al periodo gennaio-novembre del 2015 evidenziano la forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Nel periodo gennaio-novembre 2015 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 44,340 miliardi di euro rispetto ai 22,465 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’incremento su base annua è, quindi, del 97,4%.
L’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari, nei primi 11 mesi del 2015, a circa il 32%.
L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015 è anche superiore sia al dato dello stesso periodo del 2013, quando si attestarono sui 17,123 miliardi di euro, sia al valore dei primi undici mesi del 2012 (18,794 miliardi di euro).
I mutui a tasso variabile rappresentano, nei primi undici mesi del 2015, il 43,7% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno raggiunto a novembre 2015 quasi il 65% delle nuove erogazioni, erano meno del 25% dodici mesi prima.