NO DELL’ITALIA ALLE NUOVE REGOLE SULLO STOP AL MOTORE ENDOTERMICO

Il NO dell’Italia alle nuove regole sullo stop al motore endotermico, preannunciato dalle note stampa del Ministro Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro Urso, e poi espresso nella riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’UE, ha scatenato reazioni a catena che potrebbero aprire – si spera – la strada agli e-fuel e ad una transizione più sostenibile nei tempi. Il primo effetto tangibile dell’annuncio del Ministero dell’Ambiente italiano è stato quello di rinviare a data da destinarsi la decisione finale del Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti Aggiunti), una decisione che avrebbe dovuto essere presa in questi giorni.

L’esito diventa più incerto (anche se voci interne sono caute nell’ottimismo) mentre l’Italia si è unita ai paesi che chiedono modifiche al testo per rendere più graduale la transizione. Fazione composta da Polonia, Ungheria, Germania e Italia. Posizione simile anche da parte della Germania. Il ministro dei Trasporti Volker Wissing ha minacciato un veto tedesco a Bruxelles sullo stop ai motori a combustione nel 2035, se la Commissione non farà un regolamento sugli e-fuels. L’uso dei carburanti sintetici per le auto deve essere possibile, ha detto l’esponente liberale del governo di Olaf Scholz alla Bild. 

Il testo deve ricevere una maggioranza qualificata per essere approvato. Ciò significa che la decisione dovrà trovare d’accordo 15 Stati su 27, con una rappresentanza non inferiore al 65% della popolazione totale dei Paesi che approvano la direttiva. Dopo le obiezioni italiane, cresce la possibilità di una revisione del testo. In teoria, conti alla mano, ci sarebbero i numeri per bloccare la decisione, e il rinvio della data del voto manifesta tutte le difficoltà nel trovare una sintesi tra le diverse posizioni. La posizione dell’Italia riflette quella espressa in maniera compatta da Fi, Lega e Fdi alla Plenaria di febbraio al Pe. E, in linea di principio, è stata anticipata da Matteo Salvini al Consiglio informale Affari Energia e Trasporti di Stoccolma. «La transizione in cui tutti crediamo va incentivata e accompagnata ma correre rischia di produrre l’effetto contrario», sono state le parole del titolare del Mit.

Elettrico: un obbligo a favore del clima o un’imposizione per favorire una certa industria? 
Scopriamolo