NOURIGAT (UPEI): INDIPENDENTI PROTAGONISTI DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Riqualificare le infrastrutture, comunicare sempre al meglio con i consumatori, offrire soluzioni a basse emissioni di carbonio, spingere i prezzi verso il basso portando la concorrenza sul mercato.
E ancora: promuovere l’uso delle tecnologie esistenti (biocarburanti sostenibili miscelati con carburanti convenzionali, carburanti alternativi), sviluppando al contempo carburanti a emissioni zero (biocarburanti avanzati e biogas, e-fuel, combustibili fossili riciclati).
Sono questi gli obiettivi degli indipendenti europei, spiega Cécile Nourigat, segretario generale dell’UPEI (La voce dei fornitori di carburante europei indipendenti – Unione Petrolieri Europei Indipendenti). Il tutto con lo scopo finale di “essere protagonisti” della transizione energetica nel settore della rete carburanti.
Ci può presentare l’associazione europea dei petrolieri indipendenti?
In Europa, UPEI rappresenta quasi 2.000 importatori e distributori all’ingrosso e dettaglio di energia per i settori dei trasporti e del riscaldamento i quali riforniscono i clienti europei senza passare dalle grandi compagnie petrolifere.
I fornitori indipendenti svolgono un ruolo cruciale in un mercato in evoluzione, portando una ventata di concorrenza vitale per l’economia. Il fatto di essere indipendenti consente loro di rispondere rapidamente ai mutamenti strutturali dei mercati, prodotti e servizi, contribuendo alla sicurezza degli approvvigionamenti a livello locale, regionale e nazionale, e abbracciando al contempo nuove soluzioni convenienti dal punto di vista economico che promuovono ulteriormente l’efficienza energetica e la riduzione degli inquinanti e delle emissioni.
Qual è attualmente il loro peso nella rete distributiva europea?
I membri di UPEI coprono circa un terzo della domanda dell’Europa. Complessivamente, dispongono di una vasta infrastruttura per lo stoccaggio e il trasporto dei prodotti in tutta Europa (30.000.000 metri cubi di capacità di stoccaggio, 15.000 veicoli, 1.000 depositi di proprietà). Inoltre possiedono 21.000 stazioni di servizio, vale a dire più di un quinto della rete totale in Europa.
Quali sono i vostri obiettivi di allargamento della base associativa?
UPEI conta attualmente 21 membri in 18 Paesi europei. Puntiamo ad ampliare la nostra base nei Paesi in cui attualmente non siamo presenti, soprattutto in Scandinavia e in Europa centrale e orientale. Ciò rafforzerebbe la nostra rete e aumenterebbe la nostra rappresentatività nei confronti delle istituzioni europee.
Inoltre, UPEI ha lanciato nel 2017 l’iniziativa Business Partnership al fine di attirare le aziende più lungimiranti che sono direttamente o indirettamente coinvolte nel settore della distribuzione dei carburanti e che desiderano impegnarsi con UPEI e avere informazioni di contesto nell’ambito dell’approvvigionamento di carburante, oltre naturalmente ad aderire alla nostra rete europea. Finora 17 imprese partecipano a questa iniziativa di partenariato commerciale, ma vorremmo espandere ulteriormente questa partecipazione includendo anche le aziende specializzate in additivi per i carburanti, carte di pagamento, attrezzature, software IT ecc.
Quali linee di sviluppo delle aziende indipendenti sostenete e da quali “minacce” le difendete?
UPEI sostiene i suoi membri di fronte alle sfide poste dall’adattamento della gamma di prodotti, in modo tale da soddisfare la domanda dei consumatori attraverso soluzioni orientate al mercato, nel contesto della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Difendiamo inoltre la capacità delle imprese di operare sul mercato europeo garantendo le medesime opportunità per tutti e condizioni di concorrenza leale.
Quale ruolo configurate per i petrolieri indipendenti nell’attuale fase di transizione energetica?
I fornitori indipendenti di carburanti possono diventare protagonisti in questo momento di transizione come elementi essenziali del tessuto connettivo che mantiene in funzione i sistemi di energia e mobilità. In un contesto in cui la produzione di energie rinnovabili si evolverà in maniera più diversificata e decentralizzata, i fornitori indipendenti svolgeranno un ruolo importante nel portare queste energie fino agli utenti finali.
I membri dell’UPEI contribuiranno a questo obiettivo in vari modi:
- Riqualificando e investendo nelle infrastrutture della distribuzione. I membri di UPEI dispongono di grandi infrastrutture per lo stoccaggio e trasporto dei prodotti petroliferi in tutta Europa e controllano più di un quinto dell’intera rete dei distributori del continente. Essi sono pronti a riqualificare le infrastrutture per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei consumatori.
- Sfruttando al meglio le proprie competenze: i membri di UPEI hanno sviluppato una grande esperienza nella fornitura e distribuzione di carburanti ed energia. I petrolieri indipendenti sono dei veri precursori in questo campo e vantano una lunga storia di apripista nell’approvvigionamento di combustibili rinnovabili nell’UE.
- Stabilendo un collegamento con i consumatori: i membri di UPEI sono i più vicini ai consumatori; dal momento che i distributori rappresentano l’ultimo anello di una lunga catena di approvvigionamento, essi contribuiranno a comunicare efficacemente ai consumatori la transizione energetica.
- Non escludendo nessuno: i fornitori indipendenti di carburante sono in grado di offrire soluzioni a basse emissioni di carbonio ai consumatori che abitano al di fuori delle grandi aree urbane e nelle zone montane e rurali, e generalmente spingere i prezzi verso il basso portando la concorrenza sul mercato, garantendo quindi l’accessibilità economica.
Secondo UPEI quali fonti di energia sostituiranno gradualmente i prodotti petroliferi per l’autotrazione e il riscaldamento?
Ciò che è chiaro è che il mix dei carburanti è destinato a diversificarsi. Non esiste una soluzione unica; solo con una combinazione di soluzioni è possibile affrontare la sfida rappresentata dai cambiamenti climatici. La conversione dei trasporti leggeri e del riscaldamento all’elettricità progredirà certamente, ma non abbastanza da raggiungere gli obiettivi attuali. La ricerca inoltre evidenzia che una combinazione di diverse tecnologie può massimizzare i tagli alle emissioni con costi inferiori e con il miglior uso delle nostre risorse.
UPEI promuove l’uso delle tecnologie esistenti (biocarburanti sostenibili miscelati con carburanti convenzionali, carburanti alternativi) per ridurre le emissioni nell’immediato, sviluppando al contempo carburanti a emissioni zero (biocarburanti avanzati e biogas, e-fuel, combustibili fossili riciclati) per soddisfare tutte le esigenze e applicazioni entro il 2050.
Quali indicazioni date ai vostri associati per orientare i loro investimenti nelle nuove fonti di energia (elettrico, idrogeno…altro)?
La missione di UPEI è quella di rappresentare il settore dei fornitori indipendenti di carburante a livello europeo, agendo sulle politiche e sulla legislazione in questo ambito. Informiamo i nostri membri in modo tempestivo dei nuovi sviluppi a livello dell’UE che possono influenzare le loro attività. Ad esempio, alla fine del 2018 la Commissione Europea ha reso nota una strategia a lungo termine che esamina diversi scenari per un impatto climatico zero entro il 2050 legati all’evoluzione tecnologica. Queste misure politiche in genere sono corredate da indicazioni sul ruolo previsto in futuro per le diverse fonti di energia. La diffusione di queste informazioni consente agli associati UPEI di adottare decisioni mirate per le rispettive aziende.
Qual è il vostro orientamento nei confronti del gas (compresso, biometano, LNG)? Ci sono differenze di rilievo tra i vari Paesi che rappresentate?
UPEI in genere adotta un approccio imparziale nei confronti della riduzione delle emissioni di carbonio dei carburanti, in linea con il principio della neutralità tecnologica, nel senso che non promuove una data tecnologia rispetto ad altre. I membri di UPEI si impegnano già a fornire un’ampia gamma di carburanti alternativi.
Molti dei nostri membri sono già attivi o hanno in corso investimenti nell’approvvigionamento di CNG, GNL, GPL e biogas. Crediamo che esista sicuramente un grande potenziale per queste tecnologie, ma attualmente il grado di successo di ciascuna varia da un paese all’altro a seconda delle politiche, sistemi di incentivi e percezione da parte del pubblico.
Quali sono i vostri rapporti con le associazioni nazionali ed europee dei petrolieri e dei raffinatori?
UPEI agisce per conto dei suoi associati, che sono completamente indipendenti dai raffinatori e dalle principali compagnie petrolifere, nel quadro delle attività che non comportano la produzione di carburanti. Detto questo, abbiamo un buon rapporto con FuelsEurope, che rappresenta le raffinerie a livello europeo, e collaboriamo su temi di interesse comune nel settore downstream. Abbiamo certamente ruoli complementari. So che una cooperazione analoga è in essere anche tra le associazioni a livello nazionale.
In Italia Assopetroli-Assoenergia – socio fondatore di UPEI – conduce una tenace battaglia contro il commercio illegale di carburanti, sappiamo che non costituisce un problema soltanto in Italia: qual è dal vostro punto di osservazione il quadro europeo? Quali soluzioni prospettate? Ci sono esempi di sperimentazione del reverse charge? In che modo fate sentire la vostra voce?
UPEI è impegnata nella lotta contro il commercio illegale e le frodi. Nel corso degli anni, questi problemi sono stati portati alla nostra attenzione dai membri di diversi Paesi, dal momento che si tratta di fenomeni dannosi per le aziende. Assopetroli-Assoenergia, in particolare, svolge un ruolo di primo piano in questo contesto.
Come UPEI, sosteniamo i nostri associati creando forum di discussione in cui possono scambiarsi informazioni e le migliori pratiche. Facilitiamo inoltre il dialogo con le autorità competenti, ad esempio organizzando workshop con le autorità fiscali e doganali per discutere soluzioni concrete. Il commercio illegale e le frodi spesso trovano origine in un problema di applicazione della legge a livello nazionale.
La possibilità di attuare il reverse charge è in discussione in diversi Paesi, ma a mia conoscenza non è stata sperimentata finora in nessun paese dell’UE.
Oil&nonoil (23-24 ottobre, Roma) è un appuntamento espositivo e convegnistico unico per gli operatori italiani della rete, dello stoccaggio e del trasporto dei carburanti, quali ritenete siano i temi di respiro europeo da affrontare e quali sono le tecnologie che più stanno cambiando le pratiche del settore?
A mio parere, un argomento importante da discutere sarà la diversificazione del mix dei carburanti come conseguenza dell’impegno della politica per la riduzione della nostra dipendenza dai combustibili fossili e la transizione verso trasporti stradali più sostenibili. Ad esempio, l’attuazione della Direttiva sulle energie rinnovabili, emanata di recente, potrebbe tradursi in nuovi obblighi per il settore della distribuzione nell’ottica di fornire maggiori volumi di biocarburanti. È quindi importante discutere le possibili implicazioni per l’infrastruttura della distribuzione.
Un ulteriore elemento dirompente è rappresentato dalla digitalizzazione della vendita al dettaglio dei carburanti. Oil&nonoil potrebbe rivelarsi una buona opportunità per i partecipanti di conoscere l’innovazione e le soluzioni IT in grado di supportare le proprie attività.
Quali attività immaginate saranno predominanti e redditizie nella stazione di Servizio del 2030?
Possiamo individuare diverse tendenze nel settore:
– Il distributore del 2030 sarà più digitalizzato e consentirà ai clienti di ricevere servizi personalizzati e pagare tramite app o carte contactless, permettendo ai gestori di migliorare la propria attività grazie alle soluzioni IT;
– Diventerà un punto di rifornimento multi-energia, con un’offerta estesa di carburanti e prodotti energetici;
– Vi sarà un passaggio dal semplice rifornimento di carburanti alla fornitura di soluzioni energetiche, servizi di mobilità e altri prodotti. In effetti, le stazioni di servizio stanno diventando sempre più luoghi in cui le persone possono ritirare le consegne e punti d’incontro per il car-sharing e il car-pooling. Inoltre, la tendenza crescente è che le stazioni di servizio forniscano una gamma più ampia di prodotti, tra cui quelli alimentari, mentre per molti cittadini, in particolare nelle zone rurali, potrebbero diventare i negozi più vicini a loro.