Oil&NonOil – Parisi: i mali nazionali della rete siciliana

Necessità di ridurre il numero degli impianti, lotta all’illegalità, bassa redditività delle attività rete ed extrarete, in attesa degli effetti del nuovo decreto assessorile per la razionalizzazione del settore della distribuzione stradale dei carburanti, nonché di tutti i procedimenti relativi agli impianti di deposito e di distribuzione di oli minerali e carburanti, Luciano Parisi, coordinatore di Assopetroli-Assoenergia in Sicilia, espone la sua analisi dello stato delle rete dell’Isola

Coordinatore regionale di Assopetroli-Assoenergia Sicilia e componente del Comitato di presidenza della stessa associazione, Luciano Parisi, come direttore tecnico della F.lli Grillo, attiva nel settore rete ed extra rete, vanta una solida esperienza professionale nella commercializzazione di prodotti petroliferi. Negli anni si è impegnato anche nella realizzazione e gestione di impianti termici. Infine, con la Parmel Energy, ha ampliato l’orizzonte delle attività occupandosi di fonti alternative (eoliche, solare termico e fotovoltaico). Conosce dettagliatamente la realtà distributiva e le caratteristiche della rete siciliana.

La Sicilia è “un’isola” anche per le questioni che riguardano la rete, la sua struttura, il suo funzionamento complessivo, ce ne descrive i caratteri salienti, sottolineando difetti e virtù?

In Sicilia la rete distributiva sulla carta dispone di 2.400 distributori autorizzati (in realtà negli ultimi anni, si sono ridotti a 1.600), di 200 depositi commerciali e di 13 depositi fiscali.
Le difficoltà che incontrano gli imprenditori nel settore rete ed extra-rete sono svariate.
Per l’extra-rete, la concorrenza sleale e i crediti non riscossi, per le difficoltà negli incassi, sono divenuti una vera piaga, difficile da debellare. E poi vi sono una serie di costi che le aziende che operano in Sicilia devono sostenere nell’esercizio della loro attività, che vanno dal trasporto primario al trasporto secondario, dagli oneri finanziari agli altri costi aziendali.
Infatti, le nostre strade sono fortemente dissestate e non vengono effettuati lavori di manutenzione; le autostrade dell’isola sono piene di interruzioni e problematiche svariate: solo per fare un esempio, sull’autostrada Catania-Siracusa dal 15 aprile 2016 vige il divieto di transito per i mezzi pesanti che trasportano merce pericolosa, per cui le nostre autobotti sono costrette a percorrere il vecchio tratto stradale, con conseguente perdita di tempo, anche per diverse ore e aumento dei costi; non diversamente sull’autostrada Palermo-Catania, con l’interruzione sul viadotto Imera, che costringe ad allungare il tragitto verso vie alternative.
Infine, si attende ancora il completamento della superstrada nord-sud, che dovrebbe collegare Santo Stefano di Camastra a Gela, attesa che si protrae da più di trent’anni.
A tutto questo si aggiunge la bassa redditività.
Inoltre nostre aziende in questo momento svolgono un ruolo di sostituzione dagli istituti di credito, che non si occupano dei prestiti e costringono le aziende a indebitamenti che poi sono all’origine di crisi e riduzione degli impieghi sulle imprese.
Spesso si va oltre e per i crediti non riscossi, si devono chiudere le attività.

Il rapporto rete extra-rete rientra nei valori medi nazionali o in Sicilia è particolare?

Il settore rete non va meglio, i problemi sono qui di diversa natura: alla contrazione dei volumi si deve aggiungere, come per l’extra-rete, la bassa redditività che ha compromesso la possibilità di nuovi investimenti.
La media dell’erogato annuo per ogni impianto si è abbassata di molto, (attualmente è di 800.000 litri per impianto), in Europa invece la media è di tre milioni per impianto. Il 60% della rete in Sicilia è di proprietà di privati, quindi, delle aziende associate ad Assopetroli. I nostri imprenditori continuano a investire con enormi sacrifici in questo settore, con l’apertura di nuovi distributori. E’ infatti noto che le compagnie petrolifere da anni hanno bloccato i loro investimenti. Ora attendiamo l’applicazione del nuovo decreto che dovrebbe portare beneficio, velocizzando le procedure.
Non meno influente è l’incidenza fiscale sui carburanti, che causa la riduzione dei consumi e rende più difficile la nostra attività.

La piaga dell’illegalità è diffusa? Siete riusciti a dialogare con le istituzioni? Ha conseguenze rilevabili la vicinanza a paesi da cui si suppone partano carichi illegali?

Purtroppo anche in Sicilia si registra la frode nel commercio dei carburanti: il fenomeno della illegalità diffusa sul mercato petrolifero riguarda sia la rete che l’extra-rete. Si ipotizza che il carburante venduto in Sicilia attraverso procedure non regolari sia intorno ai 150 milioni di litri annui. La posizione geografica della Sicilia favorisce questo traffico dalla Libia, da Malta e altri paesi della costa mediterranea.
In Sicilia le istituzioni sono state informate dell’esistenza di questo fenomeno di illegalità.
La nostra associazione con l’Unione Petrolifera ha costituito un tavolo tecnico, è stato preparato un documento congiunto con proposte condivise e presentate alle istituzioni competenti con dei suggerimenti, con l’obiettivo di contrastare e bloccare il fenomeno dell’evasione dell’iva e dell’accisa  sui carburanti.
Il confronto con le istituzioni prosegue. Assopetroli e Unione Petrolifera hanno avuto, e continuano ad avere, incontri con l’Agenzia delle Entrate, con le Dogane e con il Comando Generale della Guardia di Finanza, al fine di definire azioni concrete per stroncare questo fenomeno.
Da questa denuncia ci aspettiamo che lo Stato, attraverso tutte le sue articolazioni possa dare adeguate risposte a questa dovuta esigenza di legalità, in quanto è esso stesso vittima del fenomeno (come lo sono gli operatori onesti e i consumatori, in quanto i prodotti sul mercato sono anche inadeguati dal punto di vista qualitativo), poiché perde miliardi di euro dal mancato incasso di accisa e iva. Per queste ragioni, chiediamo allo Stato:

Adeguate e determinanti misure di controllo, attraverso interventi mirati ed efficaci per quello che è una delle fonti di gettito per l’erario. Questa forma di illegalità viene perpetrata con un sistema di comportamenti edescamotage tali da apparire legali e sfuggire a controlli accurati.

Inoltre, il documento di Assopetroli e Unione Petrolifera chiede:

  1. Che il credito d’Iva venga utilizzato solo per merci analoghe;
  2. Che ci sia il monitoraggio del traffico di mezzi attraverso la piattaforma logistica;
  3. L’istituzione di una banca dati delle lettere di intenti;
  4. La trasmissione telematica dei dati delle fatture.

Lo Stato non ci ha fornito ancora elementi che ci facciano ben sperare, anzi, temiamo che salti tutto. Le nostre aziende sono già al collasso, quindi il mio auspicio è che lo Stato intervenga urgentemente con misure normative efficaci.

La Sicilia ha un richiamo turistico forte tutto l’anno, sono state avviate azioni per trasformare le stazioni di servizio in punti di promozione del territorio? Sono diffusi i servizi di ristorazione?

Il 19 giugno 2016 è stato emesso un decreto assessoriale n.1947/8 a firma dell’assessore alle Attività produttive, on. Lo Bello. Sono norme per la razionalizzazione del settore della distribuzione stradale dei carburanti, nonché di tutti i procedimenti relativi agli impianti di deposito e di distribuzione di oli minerali e carburanti. Questo nuovo decreto, nell’ambito del processo di liberalizzazione della distribuzione dei carburanti, ha introdotto novità interessanti, in particolare vengono semplificate le procedure di intervento quando si tratta di modifiche senza potenziamento, con una semplice comunicazione. La Sicilia così si mette alla pari con le altre Regioni; con questo intervento normativo viene sostituito il regime concessorio con quello autorizzativo, inoltre, nei distributori stradali solo nelle fasce orarie diurne di apertura obbligatoria, dovrà essere garantita la presenza del titolare della licenza di esercizio dello stesso impianto, o dei suoi dipendenti.
Gli impianti saranno definiti incompatibili in base ai criteri stabiliti dal decreto del Ministero delle Attività produttive 31/10/2001, nonché dall’articolo 6 della Legge regionale 5 agosto 1982 n. 97.
I nuovi impianti di distribuzione di carburanti devono comprendere, oltre le benzine e i gasoli per autotrazione, almeno uno dei seguenti prodotti:

  1. Gas metano per autotrazione;
  2. Gas di petrolio liquefatto per autotrazione (GPL)

L’obbligo non sussiste qualora gli impianti siano ubicati negli ambiti territoriali di cui all’art. 4 del decreto del Ministero dell’Interno del 24/05/2002. Qualora l’erogazione di gas metano e di GPL comporti ostacoli tecnici o oneri economici eccessivi, previa presentazione di adeguata perizia giurata a firma di un tecnico abilitato, i nuovi impianti, in alternativa a questi prodotti (metano e GPL), dovranno prevedere almeno uno dei seguenti prodotti;

Idrogeno, miscele metano-idrogeno, biometano, GNL, apparecchiature per la ricarica di auto elettriche, altri carburanti rinnovabili.

Qual è la diffusione dei carburanti alternativi? Quali sono le prospettive?

Per quanto riguarda la diffusione di carburanti alternativi, da parte dei nostri associati c’è molto interesse per il GNL. L’anno scorso, esattamente il 6 ottobre 2015 a Palermo, il Coordinamento ha promosso un incontro con i nostri associati, con la presenza della stampa sul tema “Strategia nazionale per lo sviluppo del Gas naturale liquefatto per la realizzazione dei distributori di GNL in Sicilia”.
La possibilità che il GNL si possa commercializzare e impiegare nel trasporto marittimo, nel trasporto stradale con mezzi pesanti e come combustibile nel settore industriale è nelle nostre aspettative.
Tutto ciò si potrà realizzare se le proposte di Assopetroli – bassa fiscalità e norme chiare per velocizzare al massimo le autorizzazioni inviate al MISE – saranno accettate.
Manifestiamo qualche preoccupazione, in quanto si possono creare dei monopoli: tutto dipenderà dalle norme che saranno emanate, che devono essere chiare in merito al rilascio delle autorizzazioni; tra l’altro si possono recuperare i fondi messi a disposizione dall’Europa per migliorare la qualità dell’aria.
Abbiamo chiesto all’assessore regionale Attività produttiva la possibilità di realizzare un deposito per lo stoccaggio e la commercializzazione di nel polo petrolifero dismesso di Gela.

Pubblicato da Oil&NonOil 26 settembre 2016