L’uscita di Schifani sulla necessità di compensazioni per le Regioni che ospitano impianti rinnovabili ha posto con forza all’attenzione generale un tema che negli ultimi mesi ha iniziato progressivamente a farsi spazio. Il presidente siciliano ha detto che sospenderà a breve le autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici e nel frattempo vuole aprire “un’interlocuzione con il Governo per arrivare a una rivisitazione del comma 6 dell’articolo 12 del decreto legislativo 387/2003 che prevede l’impossibilità per le Regioni di avere compensazioni mentre lo permette ai Comuni”. Una linea condivisa anche dal presidente della Calabria, Occhiuto, e da quello della Basilicata, Bardi. La Regione lucana ha formalizzato, già a febbraio, una proposta al Mase per vedersi riconosciuta una quota di energia prodotta sul territorio, “con politiche di compensazione ambientale, così come avviene per quelle derivanti dalle estrazioni delle concessioni minerarie”. E al modello Basilicata ha detto di guardare anche la Sardegna chiedendo di introdurre royalty energetiche “per i grandi impianti che trovano e soprattutto troveranno ubicazione nella Regione”, con l’obiettivo – ha dichiarato l’assessora Anita Pili in un’intervista rilasciata a QE a inizio febbraio – “di costruire un ‘cassettino’ di risorse da destinare direttamente a beneficio delle bollette di cittadini e imprese, oppure a vantaggio di altri eventuali investimenti di carattere sociale nel territorio regionale”. Dopo la pausa di Pasqua, il Governo ripartirà dall’esame del Def, il Documento di economia e finanza. Il Consiglio dei ministri – dopo la seduta in cui è arrivato un nuovo rinvio sul Ddl Concorrenza e l’ok al DL Assunzioni – tornerà a riunirsi martedì 11 aprile alle 15:00. All’ordine del giorno, oltre al passaggio preliminare sul Def, c’è anche il Ddl “Interventi a sostegno della competitività dei capitali”. Le prime indiscrezioni parlano di un Pil tendenziale a +0,9% per quest’anno, maggiore rispetto allo 0,6% della Nadef approvata a fine settembre del 2022 dal Governo Draghi e poi aggiornata (0,3%) con il nuovo Esecutivo circa un mese dopo. Per il deficit, sempre a livello tendenziale, la cifra circolata è quella del 4,35%. Una previsione migliore delle attese che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva anticipato al Parlamento circa due settimane fa. “I primi dati disponibili sull’andamento dell’economia nazionale per l’anno in corso evidenziano tendenze positive che, pur in un contesto ancora caratterizzato da incertezza, lasciano ritenere che gli obiettivi stabiliti dalla Nadef dello scorso autunno potrebbero essere raggiunti, se non superati”. La delega fiscale è arrivata alla Camera. Il provvedimento, approvato a metà marzo dal Consiglio dei ministri, non è ancora stato assegnato a una commissione. Per competenza e precedenti, dovrebbe essere coinvolta la Finanze. Il testo ufficiale – trasmesso in Parlamento con la relazione tecnica e illustrativa – conferma quanto era emerso nelle anticipazioni delle bozze. Per l’energia, l’articolo chiave è il 12, che affronta sei differenti questioni. Innanzitutto c’è la volontà di “rimodulare le aliquote di accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica in modo da tener conto dell’impatto ambientale di ciascun prodotto”. L’obiettivo è ridurre le emissioni e promuovere l’utilizzo di prodotti energetici ottenuti da biomasse o da altre risorse rinnovabili. La seconda linea d’intervento è quella di “promuovere, nel rispetto delle disposizioni dell’Unione europea in materia di esenzioni o riduzioni di accisa, la produzione di energia elettrica, di gas metano o di gas naturale ottenuti da biomasse o altre risorse rinnovabili anche attraverso l’introduzione di meccanismi di rilascio di titoli per la cessione di energia elettrica, di gas metano o di gas naturale a consumatori finali ai fini dell’applicazione dell’aliquota agevolata o dell’esenzione dall’accisa”. Un altro punto è la rimodulazione della “tassazione sui prodotti energetici impiegati per la produzione di energia elettrica” per “incentivare l’utilizzo di quelli più compatibili con l’ambiente”. La delega prevede anche di “procedere al riordino e alla revisione delle agevolazioni in materia di accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica nonché alla progressiva soppressione o rimodulazione di alcune delle agevolazioni, catalogate come sussidi ambientalmente dannosi” e di “semplificare gli adempimenti amministrativi relativi alla detenzione, alla vendita e alla circolazione dei prodotti alcolici sottoposti al regime dell’accisa anche attraverso la progressiva informatizzazione del sistema dei relativi contrassegni di Stato”.Infine, si vuole “rivedere la disciplina dell’applicazione dell’imposta di consumo sugli oli lubrificanti, sui bitumi di petrolio e sugli altri prodotti utilizzati per la lubrificazione meccanica, con particolare riguardo all’aggiornamento dell’elenco dei prodotti rientranti nella base imponibile del tributo in relazione all’evoluzione del mercato di riferimento e alla semplificazione delle procedure e degli adempimenti amministrativi inerenti all’applicazione della medesima imposta di consumo”.
POLICY FOCUS – EUROPA
Non solo l’Organizzazione marittima internazionale (Imo), ma anche la Commissione europea sta indagando sull’aumento delle operazioni di trasbordo da una petroliera all’altra (ship-to-ship) a seguito delle sanzioni al petrolio russo imposte dalla Ue e dal G7. Rispondendo a un’interrogazione degli europarlamentari della Lega Marco Zanni, Susanna Ceccardi e Anna Bonfrisco sull’aggiramento delle sanzioni da parte di Mosca attraverso trasbordi di greggio al largo delle coste di Spagna e Grecia, la commissaria Ue alle Finanze, Mairead McGuinness, ha ammesso di essere a conoscenza “dell’aumento dei trasferimenti da nave a nave in acque internazionali”. La Commissione, ha reso noto McGuinness, sta perciò “monitorando attentamente l’elusione delle sanzioni Ue poiché, da un lato, le navi procedono a molteplici trasferimenti di petrolio in mare per nasconderne l’origine e dall’altro tentano di mascherare i propri movimenti disattivando i localizzatori satellitari o trasmettendo false coordinate”. La Commissione europea ha lanciato un invito a presentare candidature per la ricerca di esperti che forniranno consulenza durante l’introduzione del nuovo sistema emission trading per i carburanti stradali e i combustibili da riscaldamento (Ets II), istituito con la revisione della direttiva Ets. L’invito, che rimarrà aperto fino al 2 maggio, è rivolto alle associazioni delle industrie coinvolte, alle università, agli istituti di ricerca e alle Ong con competenze nei settori dell’Ets II. I candidati selezionati andranno a far parte del gruppo di esperti della Commissione sulle politiche climatiche, attualmente composto da rappresentanti delle autorità dei Paesi Ue e di quelli See-Efta. I nuovi membri, spiega l’esecutivo comunitario, permetteranno di avere specifiche competenze nel settore e una visione completa di tutte le parti interessate all’Ets II. I ministri del clima del Gruppo dei Sette potrebbero sostenere nuovi investimenti nella fornitura di gas naturale, nonostante la valutazione che tali investimenti ostacolerebbero gli obiettivi di cambiamento climatico concordati a livello globale. È quanto emerge da un documento visionato da Reuters.I ministri dell’energia e del cambiamento climatico dei Paesi del G7 si incontreranno il 15 e 16 aprile a Sapporo, in Giappone, per discutere degli sforzi per affrontare il cambiamento climatico, ora sotto pressione a causa delle turbolenze nei mercati energetici globali dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.Secondo una bozza della dichiarazione del G7, i ministri concorderanno sulla necessità di nuovi investimenti upstream nel settore del gas, a causa delle conseguenze energetiche dell’invasione russa. L’anno scorso la Russia ha tagliato le forniture di gas all’Europa, causando una contrazione dell’offerta globale e un’impennata dei prezzi sui mercati mondiali. “In questo contesto, in questa particolare contingenza, riconosciamo la necessità di investimenti a monte nel GNL (gas naturale liquefatto) e nel gas naturale in linea con i nostri obiettivi e impegni climatici”, si legge nella bozza di dichiarazione.La bozza è ancora in fase di negoziazione da parte dei Paesi del G7 e potrebbe subire modifiche significative prima di essere adottata. L’impegno sugli investimenti in GNL, se mantenuto nel comunicato finale, sarebbe una vittoria per il Giappone, paese ospitante della riunione del G7, che definisce il GNL un “combustibile di transizione” verso un’energia più pulita che, a suo dire, potrebbe essere necessario per almeno 10-15 anni.
POLICY FOCUS – MERCATI
Il 2022 si è concluso con un bilancio contraddittorio: da un lato una contrazione dei consumi di energia in un contesto di sensibile aumento del Pil, dall’altro un aumento del peso delle fonti fossili rispetto alle aspettative di una espansione delle fonti rinnovabili. Il 2023 si sta muovendo in un contesto ancora molto difficile sul piano internazionale in quanto il conflitto tra Russia e Ucraina appare lontano e anche perché le tensioni inflazionistiche sviluppatesi nel 2022 hanno spinto le autorità monetarie ad aumentare i tassi di interesse rallentando la crescita economica. La domanda di energia sta risentendo in questo inizio d’anno sia della difficile situazione economica sia dei mutamenti nei comportamenti di consumatori e imprese intervenuti a causa degli aumenti dei prezzi dell’energia del 2022. Sulle base delle informazioni ad oggi disponibili si può valutare che nel periodo gennaio-febbraio la domanda complessiva di energia sia diminuita del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 mentre non mancano segni positivi sul versante economico. Il processo di riduzione dell’intensità energetica del sistema starebbe così continuando ma le cause del fenomeno non sono state ancora sufficientemente approfondite. Per quanto riguarda il ruolo delle varie fonti è continuato il processo di recupero del petrolio la cui domanda è aumentata dell’1,4 % e con una quota sul totale pari al 29,0% rispetto al 27,4% dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli impieghi di gas sono diminuiti del 16,2% a causa di riduzioni di domanda superiori al 10% da parte di tutti e tre i principali settori di impiego: quello civile, quello industriale e quello termoelettrico; di conseguenza la quota sul totale in fonti primarie è scesa dal 45,3 al 39,8%.Complessivamente il peso degli idrocarburi è si è attestato al 69,0% rispetto al 72,7%, dell’anno precedente ma buona parte di questa riduzione è andata a favore del carbone che ha aumentato la sua quota sino al 4,9% .Per effetto di questi sviluppi il peso delle fonti fossili è sceso dal 76,4% al 73,8% ma a quasi parità di emissioni di CO2. L’apporto delle rinnovabili in questo inizio d’anno risulta particolarmente deludente rispetto alle attese ad anche al senso comune che dà come entrati in esercizio molti impianti fermi lungo il cammino delle procedure amministrative; complessivamente il peso di queste fonti è passato dal 19,4 al 19,2% a causa della riduzione dell’apporto idroelettrico ed anche di quello delle fonti innovative a partire da eolico e fotovoltaico. Sono infine aumentate del 55,4% le importazioni di energia elettrica con un aumento del peso sino al 6,9% del totale contribuendo così a ridurre ancora di più il grado di indipendenza energetica del paese. Snam ha conferito integralmente la capacità di stoccaggio gas offerta per l’anno termico 2023-2024. In particolare, rende noto il Tso, per il servizio di stoccaggio di fast cycle da aprile sono stati conferiti circa 12,9 miliardi di mc a un prezzo medio ponderato di assegnazione di 12,179 €cent/mc, per la modulazione uniforme stagionale da aprile 1,88 mld mc a 6,48 €cent/mc, per la modulazione di punta stagionale da aprile 4,29 mld mc a 6,61 €cent/mc e per la modulazione uniforme pluriennale 327,8 milioni mc a 4,99 €cent/mc. Snam ha commentato positivamente il risultato delle aste, che “nasce anche come conseguenza del lavoro fatto quest’inverno per mantenere gli stoccaggi a livelli record”. Facilitare le diagnosi energetiche nelle PMI, mappare i consumi, individuare gli interventi di efficientamento più opportuni per i diversi contesti produttivi. Sono queste le potenzialità di ATENEA4SME, il tool informatico sviluppato da ENEA, in collaborazione con la Scuola di ingegneria dell’Università della Basilicata, presentato questa mattina a Roma presso la sede di Confcommercio durante l’evento “Gli strumenti per l’efficienza energetica nelle piccole e medie imprese”. L’applicazione, ideata all’interno del Piano di sensibilizzazione per le PMI realizzato di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è a disposizione di tutte le imprese interessate in modalità open source (previa registrazione) attraverso il portale ENEA Audit 102 e rappresenta un ulteriore strumento di promozione degli audit energetici nelle piccole e medie imprese, insieme alle linee guida per la redazione delle diagnosi energetiche, già elaborate nell’ambito del Progetto Horizon LEAP4SME coordinato da ENEA.