Dopo una settimana di polemiche sui prezzi dei carburanti, Giorgia Meloni ha deciso di fare il punto in prima persona dalla propria pagina facebook per rivendicare la scelta di non rinnovare lo sconto sulle accise. “Sarebbe un’ottima cosa tagliare le accise”, ha detto la premier in un messaggio di poco più di 16 minuti in cui ha citato un suo video del 2019 in cui chiedeva appunto il taglio delle accise. “Ma si fanno i conti con la realtà. Dal 2019 a oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone alcune scelte. E io – ha sottolineato – nell’ultima campagna elettorale non ho promesso che avrei tagliato le accise perché conoscevo la situazione. detto questo – ha aggiunto – sono speranzosa che riuscirò a fare un taglio strutturale, ma per questo bisogna innanzi tutto rimettere in moto la crescita economica della nazione”. Meloni ha poi ricordato che il taglio costa un miliardo di euro al mese e che se fosse stato rinnovato “non avremmo potuto aumentare il taglio del costo lavoro, aumentare l’assegno unico per le famiglie con figli, aumentare il fondo sanità, allargare la platea delle famiglie cui dare un sostegno per pagare le bollette, agevolare le assunzioni”.Da qui la decisione, fatta con due ragioni di fondo: “la prima – ha detto la presidente del Consiglio – è che tagliare le accise aiuta tutti indipendentemente dalla condizione economica. La seconda è che guardavamo l’andamento del mercato e il prezzo del petrolio stava scendendo. Per cui abbiamo pensato che l’aumento potesse essere sostenibile”. In riferimento ai prezzi dei carburanti “fuori controllo, addirittura a 2,5 euro”, Meloni ha detto: “questi numeri non mi tornano. Io sto monitorando i prezzi: ci sono applicazioni che dicono in tempo reale qual è il prezzo alla pompa su tutto il territorio nazionale e ci sono autorità preposte che settimanalmente monitorano la media dei prezzi e la pubblicano. E la scorsa settimana la media della benzina era a 1,812 euro/litro. un prezzo non basso ma non fuori controllo. Anche perché – ha aggiunto – è un livello raggiunto anche quando c’era il taglio delle accise: il 30 maggio era 1,885, il 27 giugno 2,073, il 18 luglio 1,988. Dov’era la stampa, dov’erano i politici allora? Ancora: questo livello si è raggiunto anche nel marzo 2012 con il governo Monti, nel marzo 2013 con il governo Letta e nel marzo 2014 con il governo Renzi”. Detto questo, “è accaduto e accade che qualcuno si approfitti e bisogna intervenire, e vi dico come. La gran parte dei benzinai si sta comportando in maniera onesta e responsabile. Io ho scritto al presidente dell’Antitrust chiedendogli di verificare se nella dinamica di formazione dei prezzi ci sono elementi che non funzionano e vanno corretti; ho parlato con il comandante generale della Guardia di finanza che ha avviato un Piano prezzi carburanti 2023 con controlli sul territorio nazionale soprattutto nei confronti di chi è inadempiente rispetto all’obbligo di comunicazione delle variazioni dei prezzi. Abbiamo deciso di rafforzare le norme sanzionatorie nei conforti di chi non adempie all’obbligo di comunicazione. Abbiamo stabilito che il benzinaio debba esporre il prezzo medio nazionale. Va fatto un intervento sulla rete autostradale. Sono convinta – ha concluso – delle scelte che abbiamo fatto”. L’Agenzia delle Dogane ha pubblicato la circolare n. 1/2023 sul ripristino delle aliquote di accisa sui carburanti a decorrere dal 1° gennaio 2023. L’Agenzia delle Dogane fa sapere che l’art. 1, comma 1, del decreto-legge 23 novembre 2022, n. 179, di modifica dell’art. 2 del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, in continuità con interventi similari succedutisi sin dal 22 marzo 2022 (vedi la circolare n. 42/2022 del 30 novembre 2022), ha rideterminato fino al 31 dicembre 2022 le aliquote di accisa previste dall’Allegato I annesso al D.Lgs. n. 504/95 (TUA) su taluni prodotti energetici usati come carburanti. Terminati gli effetti delle suddette misure temporanee e ripristinatesi quindi le aliquote di accisa vigenti alla data del 21 marzo 2022, l’Agenzia rammenta gli importi da applicare sui citati prodotti immessi in consumo a decorrere dal 1° gennaio 2023: benzina: euro 728,40 per mille litri; oli da gas o gasolio usato come carburante: euro 617,40 per mille litri; gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburante: euro 267,77 per mille chilogrammi; gas naturale usato per autotrazione: euro 0,00331 per metro cubo. Lunedì Lukoil ha annunciato l’accordo con Goi Energy per la cessione della raffineria Isab di Priolo. Il trasferimento della proprietà è atteso per marzo. Prima, però, il governo potrebbe decidere di bloccare l’operazione esercitando il Golden power. Circostanza che non è stata esclusa dalla sottosegretaria al ministero delle Imprese Fausta Bergamotto, intervenuta ieri durante la discussione in commissione Industria del Senato sul DL Priolo. La vendita – ha ricordato rispondendo alle opposizioni – non è stata ancora completata, e perciò il decreto è ancora valido e va rapidamente convertito in legge. Il termine per la conversione in legge scade il 3 febbraio. Intanto, in commissione sono stati depositate 53 proposte di modifica del decreto e 2 ordini del giorno. Cinque sono gli emendamenti presentati dalla maggioranza: l’1.13 Bergesio (Lega) estende il periodo di efficacia delle norme previste dal decreto; l’1.30 Amidei (Fdi) introduce la possibilità di continuare a far lavorare la raffineria, sotto la direzione di un commissario, anche nel caso in cui l’autorità giudiziaria sequestri l’impianto per infrazione delle norme ambientali; gli emendamenti identici 2.11 Bergesio (Lega), 2.13 Paroli (FI) e 2.14 Ancorotti (2.14) estendono i crediti d’imposta alle aziende energivore del settore della difesa. “L’accordo tra Isab Lukoil e Goi Energy per la cessione della raffineria di Priolo potrebbe essere una soluzione positiva per i lavoratori e per il territorio, occorre però mantenere attivo il Tavolo di confronto”. Lo affermano Luigi Ulgiati, vice segretario generale Ugl, ed Eliseo Fiorin, segretario nazionale Ugl Chimici. “È necessario – spiegano i due – che il Governo si faccia garante. In particolare ci aspettiamo che il ministro Urso convochi a breve il Tavolo di confronto con le parti sociali, presso ministero delle Imprese e del made in Italy, al fine di garantire un piano industriale sostenibile sia da un punto di vista sociale che ambientale, e di rilancio dell’attività della raffinazione, la cui importanza è strategica per l’intero settore energetico italiano”. “Le rilevazioni fatte da una serie di riviste del settore, ad esempio la Staffetta Petrolifera, e i controlli della Guardia di finanza, evidenziano che i casi gravi di speculazione sono piuttosto limitati”. Lo ha detto ieri il vice ministro delle Imprese Valentino Valentini, intervenuto a Tgcom 24. Valentini ha aggiunto che il governo, insieme alla Guardia di finanza, sta monitorando l’intera filiera per cercare rialzi anomali dei prezzi. Ha ricordato inoltre che lo sconto sulle accise è costato finora un miliardo di euro al mese, “praticamente un terzo della manovra finanziaria”.
EUROPA
Cucinare con il gas, in una cucina comune e priva di ventilazione meccanica, causa un inquinamento domestico che eccede svariate volte il limite settimanale delle linee guida OMS e gli standard europei sulla qualità dell’aria. In tempi di crisi energetica, economica ed alimentare ci mancava solo questo nuovo studio, condotto dall’organizzazione non-profit per l’efficienza energetica Clasp e dall’Alleanza Europea per la Salute Pubblica (Epha), con supporto tecnico dell’Organizzazione per la Ricerca Scientifica Applicata (Tno), per affliggere gli oltre 100milioni di cittadini europei che cucinano con il gas; in particolare in oltre la metà delle case di Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia. Mantenere l’attuale mercato a termine, che continuerà a fornire segnali di prezzo e dispacciamento efficienti, ma con la remunerazione dei produttori regolata da contratti a lungo-termine in modo da riflettere il costo reale dell’elettricità. E’ questa, in sintesi, la proposta inviata ieri dal Governo spagnolo alla Commissione Ue, che entro marzo presenterà l’attesa riforma del mercato elettrico europeo. Nato e Ue creeranno una task-force dedicata alla protezione delle infrastrutture critiche, in risposta all’attentato dello scorso settembre al gasdotto Nord Stream e alla “militarizzazione dell’energia” da parte della Russia. Lo ha annunciato oggi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel corso di un incontro a Bruxelles con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
MERCATI
Si vedono questa settimana completamente gli effetti sui prezzi del definitivo ritorno delle accise “piene” su benzina, gasolio e Gpl. Salgono dunque con forza le medie settimanali dei prezzi di benzina, gasolio e Gpl, in calo il metano. La benzina self service è a 1,817 euro/litro (+124 millesimi, valori arrotondati), servito a 1,957 euro/litro (+116). Diesel rispettivamente a 1,876 euro/litro (+119) e 2,016 euro/litro (+111). Gpl servito a 0,791 euro/litro (+17), metano a 2,340 euro/kg (-12).Torna a crescere lo “sconto” pompe bianche, a 7 millesimi sulla benzina self service e a 12,8 cent sul servito; a 7 millesimi sul gasolio self e a 13 cent sul servito.Poco mosso il sovrapprezzo per chi fa il pieno in autostrada rispetto alla rete ordinaria: 9,6 cent/litro per la benzina self e 8,8 per il gasolio self, 21,4 per la benzina servito e 20,7 per il gasolio servito.In netto calo i margini lordi: benzina a 18,1 cent/litro (-2,9 cent, media 12 mesi a 22 cent), gasolio a 18,8 cent (-1,3, media dei 12 mesi a 20,3 cent).Tornando al ritorno delle accise “piene”, rileviamo che il conseguente aumento dei prezzi alla pompa non è stato omogeneo in tutte le province. A fronte di un rialzo fiscale di 18,3 centesimi al litro, in sei province i prezzi medi della benzina in self service sono cresciuti di 20 cent/litro o più (Lecco, Mantova, Sondrio, Bari, Cremona, Padova), mentre in 13 province i rialzi sono stati inferiori ai 18 cent (Cuneo, Verbano-Cusio-Ossola, Bolzano, Messina, Trapani, Potenza, Prato, Siena, Trieste, Arezzo, Fermo, Pistoia, Ogliastra). Quasi un milione all’ora. Questo il ritmo con cui nelle prime 24 ore di attivazione della piattaforma si stanno consumando gli incentivi per il 2023 destinati all’acquisto di nuove automobili. Attenzione però: come lo scorso anno e anche il precedente, i fondi che vanno a ruba sono quelli destinati alle vetture senza spina – benzina, gasolio, Gpl e metano – ibride e non, purché con emissioni di CO2 inferiori a 135 g/km e prezzo non superiore a 42,7mila euro (Iva inclusa). Al termine di un lungo procedimento l’Autorità di regolazione dei trasporti ha approvato, con la delibera n. 1/2023, le misure che definiscono gli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per gli affidamenti (cosiddette subconcessioni) dei servizi di distribuzione di carburanti, di Gnc, di Gnl, nonché delle attività commerciali e ristorative.Il provvedimento, adottato l’11 gennaio, interessa 473 aree di servizio su tutta la rete autostradale italiana. Si completa così il quadro regolatorio delle subconessioni autostradali dopo il via libera in agosto alle regole per gli affidamenti dei servizi di ricarica elettrica.