L’Autorità per l’energia ha pubblicato ieri la delibera 201/2023/A con il nuovo regolamento organizzativo dell’Arera che diventerà operativo dal 1° luglio. La nuova struttura, come anticipato, contiene novità di rilievo come l’accorpamento delle direzioni mercati all’ingrosso e retail in un’unica direzione mercati affidata a Andrea Galliani, l’assegnazione di Marta Chicca alla direzione Infrastrutture. Edison ha inaugurato oggi la sua nuova centrale a ciclo combinato a gas da 780 MW di Porto Marghera (VE). L’impianto, che sostituisce un precedente impianto termoelettrico, è la prima centrale Ccgt di ultima generazione in Italia, attualmente la più efficiente del Paese e tra le più efficienti al mondo, rimarca Foro Buonaparte in una nota. Diventare nei prossimi 5 anni uno dei primi dieci produttori in Europa di infrastrutture di ricarica di taglia piccola/media per auto elettriche – dal caricabatterie domestico in AC da 7 a 22 kW alle colonnine di ricarica in DC fino a 44 kW. È l’ambizioso obiettivo di Silla Industries, startup nata a Padova nel 2019, che ha deciso di puntare sulla progettazione, lo sviluppo e la produzione di tecnologie hardware e software per la conversione integrata dell’energia, l’accumulo e la ricarica dei veicoli “alla spina”. In poche parole un prodotto made in Italy ad altissimo contenuto tecnologico.Wec Italia e Assorisorse, in collaborazione con Sda Bocconi School of Management e Cesi, hanno dato vita all’Osservatorio Italiano Materie prime Critiche Energia – Oimce, presentato oggi a Roma presso la sede di Utilitalia con una conferenza che ha coinvolto esperti del settore provenienti dal mondo accademico, istituzionale e aziendale.L’Osservatorio, aperto a tutti gli stakeholder interessati ai critical raw materials per l’energia, si propone di raccogliere informazioni terze e certificate, organizzare incontri e dialogare con le istituzioni competenti per condividere proposte di politiche pubbliche volte allo sviluppo sostenibile del settore energetico italiano.
POLICY FOCUS – EUROPA E MONDO
L’Unione europea starebbe valutando la possibilità di imporre dazi alle importazioni di auto elettriche dalla Cina. Lo ha rivelato ieri mattina il quotidiano specializzato Politico, poi ripreso da diverse agenzie di stampa. A sostegno dei dazi sarebbe la Francia e il commissario UE per il Mercato unico Thierry Breton, che temono che la concorrenza cinese danneggi l’industria automobilistica europea. Sui dazi è più scettica la Germania, Paese esportatore che teme che la Cina possa adottare analoghe limitazioni sulla produzione europea. L’Unione europea accelera per assicurarsi le materie prime necessarie alla transizione ecologica. Mentre a Bruxelles la Commissione approvava la posizione negoziale da inviare al Consiglio UE per trattare con gli Stati Uniti un accordo di libero scambio sui minerali critici che garantirebbe alle imprese UE di godere degli incentivi dell’Inflaction Reduction Act di Washington, la presidente Ursula von der Leyen si trovava in Argentina per stringere accordi e garantire all’UE le materie prime per costruire batterie per auto elettriche in Europa. Il 16% delle aziende tedesche stanno spostando all’estero parte della produzione, mentre un altro 30% sta pensando concretamente a delocalizzare. In particolare, il 29% guarda ad altri Paesi europei e il 20% al Nord America. Il 15% delle industrie della Germania dicono di aver ridotto o fermato la produzione, rispetto al 9% di settembre 2022 e del 7% di febbraio 2022. È il quadro che emerge dall’indagine sullo stato dell’industria all’inizio dell’estate 2023, condotta dalla Confindustria tedesca – la Bundesverband der Deutschen Industrie – e pubblicata a inizio giugno.
POLICY FOCUS – MERCATI
Nell’ultimo rapporto Aie di medio termine sono state aggiornate le previsioni sulla produzione mondiale di biodiesel ed etanolo. Al 2028 nel mondo di produrranno 1,382 milioni di barili giorno di biodiesel e 2,077 milioni di barili giorno di etanolo, secondo le stime dell’Aie. Tra i paesi Ocse, gli Stati Uniti saranno il maggiore produttore di biodiesel (323.000 b/g), seguiti a lunga distanza da Germania (57.000 b/g), Francia (52.000 b/g) e Olanda (48.000 b/g). Tra i paesi non Ocse, sarà l’Indonesia il maggiore produttore, con 248.000 b/g). La classifica cambia di poco per i paesi produttori di etanolo. Gli Usa hanno il primato anche per quello, con 961.000 b/g tra i paesi Ocse, mentre tra i paesi non Ocse è l’India il maggior produttore con 118.000 b/g. L’Italia sarà nel mezzo della classifica, con 25.000 b/g di biodiesel e 4.000 b/g di etanolo. Mercato internazionale. Sui circuiti elettronici internazionali le quotazioni dei greggi hanno perso quota, nella settimana in cui l’Aie ha diffuso il suo rapporto di medio termine, con previsioni che arrivano al 2028, quando la domanda petrolifera mondiale dovrebbe superare i 105 milioni di barili giorno. Nella settimana monitorata, il Paniere Opec, composto da 13 greggi diversi, è sceso a 74,2 dollari al barile (-2,35), il Light crude a 70,62 (-0,67), il Brent a 75,67 (-0,29). In merito ai prodotti, la media delle quotazioni Cif della benzina 10 ppm è scesa a 868,63 $/t (-5,38), del gasolio 10 ppm è salita a 734,13 (+23,63), del risca 0,1% a 696,88 (+14) del Btz a 479 (+13,38), dell’Atz a 428 (+14). In particolare sul mercato Cif di Rotterdam la quotazione del diesel 10 ppm presenta oscillazioni che vanno da un minimo di 735 ad un massimo di 735,5 dollari tonnellata, quelle della benzina da 898 a 898,5. Nell’editoriale dell’ultimo Oil Market report, diffuso contestualmente al rapporto di medio termine, l’Aie sottolinea che “i mercati petroliferi stanno lottando per stabilire una direzione mentre i punti dati contrastanti offuscano le prospettive”. In particolare, gli indicatori macroeconomici ribassisti e le preoccupazioni sulla crescita della domanda si stanno scontrando con l’aumento del consumo di petrolio nei principali paesi consumatori. I prezzi del petrolio però sembrano prendere spunto più dalle preoccupazioni macro, con il punto di riferimento del Brent Dated scambiato a 73 dollari barile – quasi la metà rispetto al massimo del 2022 – nonostante un incombente deficit di offerta.