Il Mase ha chiuso dopo le osservazioni della Camera e pubblicato ieri mattina sul suo sito la versione definitiva del DM sull’uscita dalla maggior tutela elettrica dei clienti domestici non vulnerabili. Il testo presenta alcuni aggiustamenti rispetto a quello iniziale tra cui l’abbassamento del tetto antitrust dal 35% al 30% del totale delle aree e la cancellazione della frase che prevedeva la prosecuzione tout court del servizio di maggior tutela per i clienti vulnerabili fino al massimo al 1° aprile 2027. Ora il testo, pur confermandone l’esclusione dalle aste per le tutele graduali, potenzialmente riapre la questione sulla loro assegnazione in apposite procedure in tempi più brevi, rimettendo al decisione all’Arera, che entro il 10 gennaio 2024 dovrà assicurare che per i vulnerabili “il superamento del vigente regime di maggior tutela avvenga in conformità alle disposizioni del diritto eurounitario”. Un “fondo sovrano” per supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali “anche con riferimento alla fase dell’approvvigionamento di materie prime ed energia”. È il primo punto del disegno di legge sul made in Italy su cui il governo è al lavoro. Su un totale di una cinquantina di progetti di sistemi di accumulo a batteria utility scale per 3.825 MW presentati dal 2021 a oggi, il Mase negli ultimi dodici mesi ne ha autorizzati in tutto quindici per quasi 1 GW, contro i soli 270 MW dei dodici mesi precedenti. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale Mise sulle autorizzazioni pubblicato ieri. Ieri il ministero dell’Ambiente ha pubblicato un elenco di risposte a domande frequenti relative al bando per l’installazione di colonnine di ricarica. Paletti più stringenti per distributori e trasportatori nella fatturazione di importi alle società di vendita di energia e snellimento delle procedure di messa in mora: sono due delle proposte avanzate da una delegazione dell’associazione dei reseller e trader di energia, Arte, in un incontro avuto con la viceministra dall’Ambiente Vannia Gava e il presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli. Per tre mesi un gruppo di esperti coordinati dall’ASviS, con il supporto delle associazioni ambientaliste CleanCities, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Sbilanciamoci, Transport&Environment e Wwf, ha lavorato ad una proposta di nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) centrato su strategie “credibili, scalabili e determinanti per la decarbonizzazione del settore dei trasporti”. Ne è scaturito un Position paper, presentato ieri a Milano, nella cornice del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, in occasione di un workshop dal titolo: ‘Greenwashing e social washing, un ostacolo alla giusta transizione ecologica’. Il paper (‘La decarbonizzazione dei trasporti’), è stato messo a punto dal Gruppo di lavoro sul Goal 11 (‘Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili’) per sottoporre a Governo, Parlamento e alle forze sociali una proposta per la “giusta transizione ecologica” del settore dei trasporti nell’ambito del nuovo Pniec, che l’Italia dovrà presentare all’Unione Europea entro il 30 giugno. La revisione del Pniec – ricorda una nota degli estensori – è richiesta agli Stati membri dal Regolamento UE sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima del 2018, e si rende ancor più necessaria a causa dell’accresciuta ambizione delle politiche di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (c.d. ‘pacchetto Fit-for-55′) e del maggior ricorso alle energie rinnovabili previsto dal Piano RepowerEU del 2022. Abbandonando l’enfasi attribuita ai biocarburanti, in particolare a quelli “non avanzati e talvolta di dubbia origine”, la proposta del GdL 11 tiene conto della loro sostenibilità sociale che – si legge in una nota – “dipenderà dal coraggio e dalla coerenza delle politiche industriali e di offerta di servizi di trasporto collettivo, condiviso, moderno e distribuito sul territorio nazionale”.
POLICY FOCUS – EUROPA E MONDO
Il relatore al Parlamento europeo sulla riforma del mercato elettrico UE, lo spagnolo Nicolás González Casares, ha suscitato ieri preoccupazione e commenti negativi nel settore proponendo il ritorno di un controverso tetto alle entrate per i produttori di energia con costi di produzione bassi, come le rinnovabili e il nucleare – il cosiddetto prelievo sui generatori “inframarginali” introdotto lo scorso anno dalla UE come misura d’emergenza contro l’aumento dei prezzi energetici. Lo riferisce Euractiv. Uno spettacolo già visto, che ricorda l’opposizione all’ultimo minuto della Germania sul regolamento sulle emissioni delle auto. Ieri la Francia ha bloccato l’approvazione della nuova direttiva rinnovabili, la cosiddetta Red III. Si trattava, anche in questo caso, di una mera ratifica dell’accordo già raggiunto da Consiglio e Parlamento UE: un fatto piuttosto inusuale nel processo legislativo europeo, che ha attirato le critiche di diversi funzionari europei perché, anche in questo caso, l’Unione europea si trova in “ostaggio” degli interessi nazionali. La North Sea Transition Authority (NSTA) ha lanciato il primo ciclo di licenze per lo stoccaggio di carbonio del Regno Unito con la chiusura delle domande a settembre. Le 20 licenze in totale hanno una superficie di circa 12.000 chilometri quadrati, poco più dello Yorkshire, la contea più grande del Regno Unito. Una volta che i nuovi siti di stoccaggio del carbonio saranno operativi – e in alcuni casi la prima iniezione potrebbe avvenire in appena sei anni – potrebbero dare un contributo significativo all’obiettivo di immagazzinare fino a 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2) all’anno entro 2030, circa il 10% delle emissioni annuali totali del Regno Unito, pari a 341,5 milioni di tonnellate nel 2021.
POLICY FOCUS – MERCATI
Sui circuiti elettronici internazionali, le quotazioni del petrolio sono aumentate, guadagnando circa due dollari al barile. Il Brent è di nuovo sopra quota 75, il Wti sfiora 73 dollari barile. Questa mattina lo Ief ha diffuso la consueta nota di aggiornamento della banca dati Jodi da cui emerge che la domanda petrolifera di marzo ha toccato il record storico di tutti i tempi. Intanto in Usa il Doe ha diffuso gli ultimi dati sulle scorte petrolifere. Il Gestore dei Servizi Energetici – Gse ha richiesto al Gme lo svolgimento di una sessione aggiuntiva del mercato delle garanzie d’origine dell’elettricità rinnovabile (M-GO) per il corrente mese di maggio, ulteriore rispetto a quella già prevista in data 18 maggio 2023. Lo fa sapere il Gme in un avviso, aggiungendo che in accoglimento della richiesta, svolgerà tale sessione aggiuntiva del M-GO il prossimo 31 maggio 2023. Le priorità su accise, Sad e graduazione del prelievo in funzioni degli impatti dei prodotti energetici sono “condivisibili”, ma nell’attuazione il Governo dovrà fare attenzione all’effetto ridistributivo delle imposte ambientali. Soprattutto nei confronti dei vulnerabili. È quanto chiede Bankitalia, sentita in audizione alla Camera sulla Delega al Governo per la riforma fiscale. In commissione Finanze, dove si trova il provvedimento, è intervenuto oggi Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale.