Sono stati nominati i relatori del disegno di legge di conversione del DL Semplificazioni Pnrr: sono Elena Testor (Lega) e Matteo Gelmetti (FdI). Il servizio studi del Senato e il servizio bilancio della Camera hanno intanto approntato il dossier di documentazione sul provvedimento. Con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 44905 del 16 febbraio 2023 è stato approvato il modello per la comunicazione dei crediti d’imposta maturati per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale per il secondo semestre 2022 e per l’acquisto di carburanti, da parte dei soggetti che esercitano attività agricola e della pesca, per il quarto trimestre 2022. “Se non viene approvato in tempi brevi il decreto interministeriale relativo allo snellimento del sistema di revisione serbatoi si continua a danneggiare sia l’utenza sia l’intero settore dell’autotrazione a metano creando notevoli disagi, anche economici, a un comparto già gravemente colpito dall’emergenza prezzi del gas naturale. È inaccettabile che il provvedimento, già condiviso con le principali associazioni di categoria e valutato positivamente dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sia ancora bloccato al ministero Ambiente e della sicurezza energetica”. Così il presidente di Federmetano Dante Natali in una nota diffusa questa mattina “dopo mesi di stallo del decreto proposto in riferimento alla legge 8 luglio 1950 n. 640, che andrebbe a snellire il sistema di revisione delle bombole a metano: sistema che oggi si basa su un meccanismo vecchio oltre 70 anni che ostacola sia gli operatori sia i proprietari di vetture a metano, questi ultimi spesso costretti a rimanere fermi per i lunghi tempi di attesa”. Congelare l’iter del decreto Mit-Mase sulle nuove gare per l’assegnazione delle aree di servizio autostradali, in attesa che il tavolo carburanti del Mimit entri nel merito. È la richiesta che i sindacati dei gestori Fegica, Faib e Anisa formulano al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. In queste ore, scrivono le associazioni, sta per essere messo all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni l’esame del decreto ministeriale, mentre il “tavolo di filiera” avviato al Mimit con la partecipazione anche di Mit e Mase, con il compito di definire strumenti di riforma del settore anche attinente al segmento autostradale, non è ancora entrato nel merito. L’eventuale emanazione del decreto, quindi, “sarebbe del tutto incoerente con i propositi annunciati pubblicamente dal governo”. La commissione Industria del Senato ha approvato senza modifiche il Ddl di conversione in legge del DL Carburanti. Il provvedimento è atteso in Assemblea all’inizio della prossima settimana per il via libera definitivo.
POLICY FOCUS – EUROPA
Finora sono 22 i Paesi UE ad aver manifestato interesse ad effettuare acquisti comuni di gas per un volume totale di 17 miliardi di mc in tre anni, più altri 4 mld mc per Ucraina, Moldavia e Serbia. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione UE, Maros Sefcovic oggi dopo il secondo incontro formale dello steering board, il consiglio di indirizzo della Piattaforma Energetica UE, aggiungendo che altri cinque paesi sono stati incoraggiati a esprimersi. A fine mese, ha detto ancora, la piattaforma Prisma si occuperà dell’aggregazione della domanda. A questo proposito, ha aggiunto, il Comitato propende per un modello di “acquirente centralizzato”, che si occuperà di negoziare per conto delle società del gas più piccole e dei consumatori contratti di con i fornitori. Aumento delle emissioni da carbone, in particolare nei Paesi emergenti (Cina in testa); aumento delle emissioni “petrolifere” (ma sempre al di sotto dei livelli pre-pandemia) per via della ripresa dei viaggi aerei; aumento delle emissioni negli Stati Uniti per via delle temperature particolarmente basse; calo delle emissioni in Europa; lieve aumento globale delle emissioni dal settore energetico, mitigato dal boom delle rinnovabili. Sono i principali dati che emergono dal rapporto Aie CO2 Emissions in 2022. La crisi del gas ha determinato un aumento del ricorso al carbone per la generazione elettrica, anche se meno accentuato di quanto previsto. La produzione di energia elettrica da carbone in Cina è aumentata ad agosto 2022 di circa il 15% su base annua, arrivando a coprire tre quinti del mix elettrico. Aumenti mitigati, come nel resto del monto, da un forte aumento della generazione elettrica da fotovoltaico ed eolico. Restando in Cina, le emissioni nel settore dei trasporti sono diminuite del 3,1% per via delle misure anti Covid e delle vendite di auto elettriche che hanno raggiunto i 6 milioni di unità. La Commissione europea ha esteso la portata di un’indagine approfondita già avviata nel 2021 sui piani della Germania per compensare gli operatori di centrali elettriche a lignite per la loro chiusura anticipata. L’estensione va includere nel procedimento la modifica dell’accordo tra Germania e Rwe per l’uscita accelerata dalla lignite nell’area estrattiva della Renania. Nel marzo 2021, ricorda una nota della UE, la Commissione aveva avviato un’indagine approfondita per valutare se il piano della Germania di risarcire Rwe e Leag per la chiusura anticipata delle loro centrali elettriche alimentate a lignite fosse in linea con le norme europee sugli aiuti di Stato. In particolare, la Commissione nutriva dubbi sulla proporzionalità dei pagamenti compensativi a copertura dei mancati profitti e dei costi aggiuntivi di ripristino delle miniere. Il Presidente del Kenya William Samoei Ruto ha incontrato l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi oggi a Nairobi, per discutere delle attività di agribusiness di Eni, dei progetti futuri e delle iniziative di decarbonizzazionenel paese. All’incontro ha partecipato anche il Segretario di Gabinetto per l’Energia e il Petrolio Davis Chirchir.
POLICY FOCUS – MERCATI
Sui circuiti elettronici internazionali, continua il su e giù del barile: dopo il calo di lunedì, il Brent è risalito, dopo che Goldman Sachs ha affermato che nel quarto trimestre di quest’anno il prezzo del petrolio potrebbe superare i 100 dollari al barile. La situazione è “più tesa” oggi, ha detto a Bloomberg Jeff Currie, responsabile globale della ricerca sulle materie prime presso Goldman Sachs. “La domanda globale di petrolio si è contratta del 2% nel quarto trimestre dello scorso anno“, ha detto Currie. Quella contrazione, ha creato spare capacity nel petrolio e in altre materie prime, ma i dati sulla produzione provenienti dalla Cina mostrano che la rotta si sta invertendo. Nei prossimi trent’anni i ricavi generati dalla vendita di nichel, cobalto e litio riciclati in Europa supereranno i 6 miliardi di euro: una cifra che rende evidenti le opportunità insite nello sviluppo di una filiera industriale del riciclo delle batterie dei veicoli elettrici. È un settore in cui l’Italia può svolgere un ruolo da protagonista, forte di una conclamata esperienza trasversale nel riciclo. Considerando solo le batterie delle auto elettriche che si troveranno già sul territorio nazionale, e senza contare tutto l’indotto del comparto, i ricavi di questa attività nel nostro paese si attesteranno tra i 400 e i 600 milioni di euro. Si tratta di stime destinate ad aumentare esponenzialmente al crescere del parco elettrico circolante e a stabilizzarsi su valori ancora più elevati quando tutto il parco auto sarà alimentato a batteria. Questi numeri potrebbero ulteriormente aumentare importando accumulatori da riciclare dall’estero. La crisi energetica che ha investito l’Europa e che si sta diffondendo in tutto il mondo a fronte di una siccità da record nell’emisfero settentrionale ci ricorda che la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è necessaria sia dal punto di vista ambientale che da quello della sicurezza. Meno risaputo è il fatto che il fattore abilitante cruciale di questa transizione sarà la riprogettazione e la ricostruzione di reti elettriche sofisticate in grado di accogliere una maggiore generazione e distribuzione di energia elettrica e di gestire dinamicamente la domanda. L’International Energy Agency (IEA) prevede che gli investimenti globali nelle reti elettriche dovranno raggiungere gli 820 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, contro i 260 miliardi di dollari circa del 2020, se si vogliono attivare i progetti di energia rinnovabile necessari per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. È quanto sostiene Marco van Lent, Senior Portfolio Manager Equities di Robeco. La rete elettrica esistente non è più adatta allo scopo