Articolo pubblicato il 2 dicembre 2020 da Quotidiano Energia
“Il tracciamento dei carburanti è già realtà”. Per l’associazione non servono “ulteriori oneri” a carico delle imprese che non avrebbero effetti sul contrasto alle frodi
Con il das (documento di accompagnamento semplificato) telematico per la movimentazione di benzina e gasolio autotrazione “il tracciamento dei carburanti è una realtà”. Non servono, quindi, altre misure “sproporzionate” che in una fase di crisi rischiano di mettere ulteriormente in difficoltà le imprese del settore. E’ il messaggio che arriva da Assopetroli-Assoenergia all’indomani della partenza dell’obbligo dell’E-das.
L’associazione riconosce che la misura, introdotta dall’ultimo DL Fiscale, “è tra i principali strumenti per il contrasto all’illegalità”. Per tale motivo Assopetroli lo ha “attivamente promosso fin dall’inizio”. L’E-das “è l’ennesimo convinto tributo (auspicabilmente l’ultimo)” arrivato dalle le Pmi del comparto “nella speranza che questo importante ingranaggio completi la macchina amministrativa del controllo e della repressione degli illeciti che colpiscono il mercato e le imprese integre del settore”. Il combinato disposto E-das, fattura elettronica, “unito alle innumerevoli nuove norme e prassi sommatesi negli ultimi anni”, rende ormai conoscibile in tempo reale ogni movimento fisico e ogni transazione commerciale”. Per questo motivo – si legge in una nota – “imporre ulteriori oneri, soprattutto in una fase di crisi così dura, rischia di aggiungere pressoché nulla in termini di potenziamento del contrasto mentre, al contrario, può avere effetti esiziali sulle Pmi”.
A tal proposito Assopetroli torna a criticare una delle misure previste da Ddl Bilancio 2021, attualmente all’esame della Camera (QE 24/11). In particolare, un caso di intervento definito “non proporzionato nei costi-benefici” è l’Infoil che si intende allargare, “senza la minima consultazione preventiva”, a tutti i depositi commerciali con capacità di stoccaggio non inferiore a 3.000 mc” (comma 1 dell’art. 187).
La disposizione mira a estendere ai depositi commerciali lo stesso sistema di telemisure storicizzate che è già in uso nelle raffinerie e, dal 1° gennaio 2021, nei depositi fiscali di dimensioni superiori a 3.000 mc. Di fatto – è il ragionamento dell’associazione – “si vuole accomunare i depositi commerciali alle raffinerie, nonostante le differenze macroscopiche tra le due tipologie d’impianto”. Le diversità non sono solo dimensionali “ma soprattutto di profilo di rischio fiscale” perché riguardano “lo stoccaggio di prodotti ad accisa assolta nel primo caso, in sospensione di accisa nel secondo”, rimarca l’associazione.
Assopetroli ribadisce che è certamente “benvenuto” il rafforzamento dell’azione anti-illegalità che, però, “non deve tradursi in oneri sproporzionati, non concertati, che complicano inutilmente la vita delle imprese, che sono le prime vittime delle frodi, e che non possono sobbarcarsi di incombenze sempre nuove, che incidono pesantemente sull’operatività quotidiana”.
L’associazione sottolinea infine che, “come dimostrano le recenti operazioni di polizia giudiziaria, i presidi informativi per l’azione antifrode esistono e funzionano”. E’ quindi ora che il contrasto alle frodi “venga affrontato e risolto senza gravare ulteriormente sulle Pmi che stanno attraversando una crisi durissima che minaccia di estrometterle dal mercato”, creando un danno non solo alle aziende ma anche alla “concorrenza e al pluralismo dell’offerta”.