23 giugno 2022 – Quotidiano Energia
All’incontro i ministri Giorgetti, Franco, Cingolani, Giovannini, Orlando, aziende e sindacati. Le posizioni Assopetroli e Unem
“Affascinante accelerare ma serve responsabilità”, commenta così il ministro dello Sviluppo economico il percorso per la decarbonizzazione del settore automotive. Il tema è stato al centro del tavolo di settore riunito a Via Veneto anche in vista dell’appuntamento Consiglio Ue Ambiente in programma il 28 giugno dove si discuterà del bando al motore endotermico dal 2035 (QE 17/6). Alla riunione al Mise erano presenti il ministro Giancarlo Giorgetti e il viceministro Gilberto Pichetto, i ministri Roberto Cingolani (Mite), Daniele Franco (Mef), Enrico Giovannini (Mims) e Andrea Orlando (Lavoro). Al lungo confronto, durato circa tre ore, hanno partecipato, aziende, associazioni e sindacati.
“A livello europeo”, ha affermato Giorgetti, “si sta allargando il fronte dei Paesi che chiedono un passaggio più graduale verso il green. Anche in altri Paesi, come la Germania, le forze politiche si stanno confrontando sul tema in maniera pragmatica ascoltando le richieste e le esigenze anche del settore industriale”. Giorgetti ha anche ribadito l’importanza del sostegno governativo alla ricerca in nome della neutralità tecnologica, “obiettivi che il Mise conta di raggiungere anche grazie ai contratti di sviluppo e agli accordi di innovazione senza trascurare tutte le opportunità offerte quindi dal Pnrr”.
Il ministro ha detto poi di rivendicare “con orgoglio” di essere stati i primi “a non firmare per il Cop 26 di Glasgow seguiti dalla Germania e ora anche altri iniziano a chiedersi seriamente se non sia necessario un ripensamento sui tempi e modi della transizione ecologica che pongano al centro la responsabilità sociale ed economica insieme con la sacrosanta battaglia ambientale”. Tutti accelerano, ha concluso, “ma qui vedo una curva pericolosa e una strada bagnata. Chi fa politica deve saper dosare acceleratore, freno e leva del cambio. So che è molto meno affascinante saper frenare e l’arte della politica è usare la leva del cambio. Ringrazio il ministro Cingolani perché mi sta dando una grandissima mano su una posizione che abbiamo espresso come Mise al Cop26”.
Tra i partecipanti al tavolo anche Unem. La associazione, informa una nota, “ha ribadito la propria forte preoccupazione per gli effetti, su tutte le filiere collegate all’automotive, della scelta dell’Europa di affidarsi ad un’unica tecnologia per la decarbonizzazione del trasporto leggero che rappresenta un grave errore strategico da un punto di vista economico, sociale e di sicurezza energetica, senza alcun vantaggio ambientale, sottolineando che gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei trasporti rimangono ineludibili e che non si raggiungono costringendo intere filiere a chiudere, ma incentivando e accompagnando la loro riconversione per contribuire ad una reale decarbonizzazione nel rispetto delle regole di mercato”.
A Via Veneto anche Assopetroli, che in una nota riassume la posizione portata al tavolo. Con la fine del motore endotermico, secondo l’associazione, “il rischio di veder naufragare sul nascere il progetto di ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti sarebbe concreto”. Le Pmi del comparto, “che per prime hanno iniziato ad offrire nuovi prodotti e servizi low carbon si trovano ora spiazzate: gli investimenti già effettuati per ammodernare la rete (in larga parte in ottemperanza agli obblighi imposti dalla Direttiva Dafi) rischiano di trasformarsi in stranded asset”.
Per Assopetroli la proposta di mettere al bando il motore endotermico “deve quindi essere rigettata con forza, perché si assocerà a: blocco degli investimenti in R&S di carburanti low carbon; desertificazione industriale del nostro continente; dipendenza delle nostre economie dalla Cina; delocalizzazione delle emissioni climalteranti”.