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Articolo del 14 dicembre 2020
Per l’associazione l’alternativa è riconoscere un credito di imposta. Richiesta a Mef e Dogane: “Ormai raggiunto un livello avanzato di tracciamento”
Assopetroli-Assoenergia torna a chiedere modifiche al Ddl Bilancio. L’associazione preme per lo stralcio della misura relativa all’estensione del sistema Infoil ai depositi commerciali “soprasoglia”. In alternativa andrebbe riconosciuto “un credito di imposta per gli ulteriori investimenti privati necessari alla digitalizzazione della filiera, da inserire espressamente tra quelli contemplati per la Transizione 4.0”.
Già in precedenza Assopetroli aveva criticato le nuove disposizioni della Manovra, attualmente all’esame della commissione Bilancio della Camera (il testo è atteso in aula da venerdì), che mirano a estendere il sistema Infoil a tutti i depositi commerciali con capacità di stoccaggio non inferiore ai 3.000 mc (QE 24/11). “E’ l’ennesimo adempimento a carico degli operatori che giudichiamo non proporzionato, considerata anche la drammaticità della crisi economica e di liquidità che ha colpito le imprese del settore”, commenta il presidente Andrea Rossetti.
Come segnalato al Mef e all’Agenzia delle Dogane – senza la modifica richiesta – le imprese dovrebbero trovarsi ad affrontare “un investimento infrastrutturale ulteriore e molto oneroso”. Secondo le stime dell’associazione, “sulla base di specifiche informazioni di mercato”, si tratterebbero di spese con un costo superiore anche ai 100.000 € per singolo deposito. Una misura che, si legge in una nota, sarebbe “poco utile, in quanto equipara un deposito commerciale, deputato alla custodia di prodotti ad accisa assolta, ad una raffineria, presso la quale i prodotti sono detenuti in regime di sospensione d’accisa”. Si tratta di due realtà “ben distinte che, soprattutto, integrano rischi fiscali tecnicamente incomparabili”, rileva Assopetroli.
Sul tema, l’associazione ricorda poi le stesse perplessità espresse da Confcommercio nell’ambito delle audizioni sul Ddl Bilancio. Rossetti si sofferma ancora sull’impegno degli operatori contro l’illegalità. Le aziende – torna a spiegare – “si sono distinte da tempo a sostegno di misure antifrode”. Ne è prova, da ultimo, “il convinto appoggio dato anche al rafforzamento del controllo doganale sulle volture dei depositi”. Tuttavia “le disposizioni adottate negli ultimi cinque anni hanno però sempre comportato ulteriori gravami operativi e finanziari, che le imprese si sono sobbarcate con spirito di leale collaborazione e con la speranza di veder sradicati i fenomeni fraudolenti che inquinano il mercato”.
Un altro elemento che Assopetroli sottolinea per motivare la richiesta di un passo indietro sui depositi soprasoglia è “il livello avanzato di tracciamento della distribuzione” ormai raggiunto. In particolare l’implementazione generalizzata dell’E-das, “chiude il cerchio con la fatturazione elettronica, che nel settore è entrata in vigore anticipatamente a luglio 2018”. Questi adempimenti, “uniti a innumerevoli altre norme e prassi antifrode in vigore da tempo, rendono conoscibile e controllabile la movimentazione dei carburanti in tempo reale, sia sotto l’aspetto della circolazione delle merci, sia delle correlate transazioni commerciali e finanziarie”.