QUOTIDIANO ENERGIA | Pnrr, meno fondi alla Transizione green

Scarica il nostro Comunicato dell’8 gennaio 2021

L’ultima bozza di linee guida: fondi da 74,3 a 68,94 mld €. Taglio di 10 mld € a efficienza (Superbonus solo fino al 2022). Focus su Fer offshore. “Rafforzamento” su idrogeno. Assopetroli-Assoenergia: “Cauto ottimismo”. Oggi alle 18 Conte vede i partiti di governo

Meno fondi alla Transizione green con un taglio deciso (circa 10 mld €) a efficienza e riqualificazione degli edifici.

Questo il tratto saliente dell’ultima bozza di linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza inviata dal Governo ai rappresentanti dei partiti di maggioranza. Il tutto in vista del vertice tra questi ultimi e il premier Giuseppe Conte previsto oggi alle 18. Una riunione alla quale dovrebbe partecipare anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.

“La bozza di Pnrr – si legge nel documento – sarà analizzata nel prossimo Consiglio dei Ministri e costituirà la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell’adozione definitiva del Piano Next Generation Italia”.

Sul fronte energetico, le risorse per Rivoluzione verde e transizione ecologica scendono da 74,3 a 68,94 mld € (QE 7/12/20). Come detto, il taglio più consistente riguarda il capitolo “efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” che passa da 40,1 a 30,7 miliardi. Per il Superbonus prevista una proroga limitata al 2022 (e al 2023 solo per Iacp e interventi di messa in sicurezza antisismica).

Il capitolo Transizione energetica e mobilità sostenibile scende da 18,5 a 18,2 miliardi, sebbene la bozza parli di un “rafforzamento” della linea progettuale sull’idrogeno (a cui vengono destinati 2 mld €), anche in ottica Ilva di Taranto.

Interessante poi il passaggio sui parchi eolici e FV offshore, che dovranno contribuire “in misura importante” all’aumento della produzione da Fer.

Il capitolo Infrastrutture per una mobilità sostenibile sale invece da 27,7 a 31,98 mld €.

Intanto, arrivano le prime reazioni alla nuova bozza. 

“Esprimiamo cauto ottimismo sul Piano”, ha commentato Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli-Assoenergia.  “E’ opportuno – ha aggiunto – che il Piano recepisca l’esigenza di puntare sulla neutralità tecnologica, perché gli obiettivi climatici europei possono essere traguardati solo con la compresenza di più soluzioni. In quest’ottica il tema della modernizzazione della rete di distribuzione dei carburanti è centrale e deve trovare un’allocazione privilegiata nel Piano per l’importante contributo che il settore intende offrire, perché è il vero ponte verso la transizione energetica della mobilità e dei trasporti”.

Per il presidente della Coldiretti Ettore Pradini “con i tagli all’agroalimentare si ferma la decisa svolta verso la rivoluzione verde in atto nel Paese che rappresenta l’obiettivo degli stessi fondi comunitari”.

“Vengono tolte incomprensibilmente risorse per la crescita sostenibile – spiega Prandini – dalle filiere produttive alle foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, dagli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua alla chimica verde e alle bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici”.

Ieri i consumatori di Confindustria hanno sottolineato a QE la “forte preoccupazione” per “la deriva che sta avendo il progetto italiano per intercettare i 209 miliardi di euro dei fondi europei”. Anche per “la destinazione dei fondi a progettualità parziali e riferite solo a singole aziende pubbliche”.

Mentre nei giorni scorsi il presidente di Anev Simone Togni aveva espresso a QE l’auspicio che le azioni del Piano siano indirizzate a tutte le aziende, mentre “invece si è scelto di chiamare poche grandi società”.