Articolo del 21 gennaio 2021
Sono 107 le colonnine elettriche rispetto all’obiettivo Pnire di 500 entro il 2020. Un solo punto vendita di Gnl, uno di idrogeno, 70 di Gpl e 17 di metano. I piani delle concessionarie al 2025
Tra un paio di settimane sarà trascorso esattamente un lustro dalla prima “spina” per auto elettriche attivata sulla A1. Da allora sono state attivate solo altre due stazioni di ricarica lungo i tratti autostradali gestiti da Autostrade per l’Italia. Al 31 dicembre 2020 risultano infatti attivi lungo gli oltre 3mila chilometri di rete gestita da Aspi solo 3 stazioni di ricarica e si fa presto la media: una ogni mille chilometri. Un ritmo preoccupante se paragonato all’ambizioso obiettivo posto per il 2025, data entro la quale la più grande concessionaria italiana conta di installare altre 182 colonnine, più o meno una ogni 30 km (di cui 67 direttamente gestite dalla concessionaria e 115 affidate alla gestione dei distributori oil).
Nel primo aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica del 2016 (Pnire) la previsione del Governo Renzi era di installare lungo l’intera rete autostradale almeno 500 colonnine entro il 2020, obiettivo che è salito a 1.850 entro il 2030 nell’ultima proposta del ministero dei Trasporti, presentata alla Conferenza Unificata a luglio dello scorso anno ma che non ha mai ricevuto il via libera.
Alla fine del 2020, come ha dichiarato anche il sottosegretario al Mit in un’interrogazione parlamentare di novembre, in autostrada in Italia sono attive 107 stazioni di ricarica per veicoli elettrici, un numero destinato a rimanere al di sotto di quanto previsto a più riprese dal Pnire anche nei prossimi anni: in base a un documento visionato da Staffetta, infatti, entro il 2025 le concessionarie autostradali italiane prevedono di installare solo 376 stazioni.
Le concessionarie autostradali più attive sul fronte della mobilità elettrica risultano essere: Autovie Venete (circa 210 chilometri gestiti) che oggi conta 22 colonnine e ha già raggiunto i suoi obiettivi al 2025; Milano Serravalle – Milano Tangenziali (circa 180 chilometri gestiti) che ne ha 16 attive cui conta di aggiungerne ulteriori 20 già nel primo quadrimestre 2021; Autostrada del Brennero (314 chilometri) che conta 12 stazioni di ricarica (il sito della concessionaria segnala 50 punti di ricarica, tra cui 32 colonnine Tesla) e punta ad attivarne altre 13 entro i prossimi 4 anni. Infine, Autostrade Valdostane che lungo i 59,5 km gestiti ha all’attivo 12 impianti di ricarica (13 quelli previsti al 2025). Se si contano i 4.800 km complessivi gestiti dalle associate Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori), in media lungo la rete autostradale italiana oggi c’è una stazione di ricarica ogni 44 chilometri. Il problema è che sono per la stragrande maggioranza concessionarie che operano nel Nord Italia.
Non del tutto soddisfacenti i numeri che riguardano il Gnl, soprattutto se si fa un raffronto con le indicazioni contenute nella direttiva Dafi. Nel Dlgs 257/2016, infatti, si ipotizzava di realizzare lungo la rete autostradale tre stazioni di rifornimento entro il 2020 (ne risulta solo una, lungo l’Autobrennero). Per il 2025 è prevista invece l’apertura di ulteriori 5 impianti – due sulla stessa Autostrada del Brennero, due sulla Brescia-Verona-Vicenza-Padova e una lungo la tangenziale esterna di Milano – superando quanto previsto dalla stessa Dafi che invece ne ipotizza 5 totali. Non verrebbe però rispettato il requisito minimo UE dei 400 km di distanza tra un impianto e l’altro, visto che risulterebbero completamente scoperti anche in questo caso il Centro e il Sud Italia.