SQ – Carburanti, dura presa di posizione di Assopetroli sul credito di imposta

“Sorprendente e contraddittoria” l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate

Assopetroli prende una dura posizione in difesa del credito di imposta sulle transazioni con carta per i gestori di punti vendita carburanti, chiedendo un confronto urgente con l’Agenzia delle Entrate e il Mef “per la definizione di una soluzione alternativa coerente e sostenibile per gli tutti gli attori della distribuzione retail”.

Sulla questione i rappresentanti dei gestori hanno già proclamato uno sciopero per il prossimo 6 febbraio. Il presidente di Assopetroli, Andrea Rossetti, parla senza mezzi termini di un atto “sorprendente e contraddittorio”, chiedendo di rimediare al più presto: “occorre – si legge in una nota – che Governo e amministrazione approfondiscano e rimeditino questa posizione che contrasta non solo con le fondatissime aspettative della categoria, ma con le stesse finalità d’interesse generale del provvedimento”.

Il punto è la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 3/E del 14 gennaio, con la quale l’amministrazione è intervenuta sul credito di imposta del 50% sulle transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento elettronico, che spetta agli esercenti degli impianti di distribuzione carburanti. La risoluzione stabilisce che tale credito di imposta “dovrebbe ora inopinatamente essere calcolato solo sulle commissioni applicate alle transazioni effettuate con clienti titolari di partita Iva”. Tagliando fuori le transazioni fatte dai privati, sottolinea Assopetroli, il credito di imposta si ridurrebbe nei fatti di circa la metà.

Rossetti ricorda che “il credito d’imposta fu concesso agli esercenti degli impianti carburante sulla base di un accordo politico molto chiaro tra l’allora Governo e le rappresentanze della filiera, tra cui Assopetroli-Assoenergia, nel dicembre 2017. L’accordo aveva una duplice finalità: primo, riparare all’ingiusta penalizzazione che subiscono gli esercenti per via di commissioni sulle carte di credito sperequate, poiché notoriamente gonfiate dal peso della fiscalità sui carburanti. Secondo, ridurre l’uso del contante, incoraggiando la diffusione della moneta elettronica e la tracciabilità dei pagamenti”. Nella nota, Rossetti sottolinea che “né il citato accordo, né tantomeno la norma, prevedevano di limitare il credito fiscale alle sole transazioni fatturate elettronicamente. Lo attesta, tra l’altro, anche la nota di lettura della Legge di bilancio 2018 che afferma espressamente che “concorrono alla formazione del credito di imposta sia le transazioni effettuate dalle famiglie, sia quelle effettuate dalle imprese”. Proprio considerate queste finalità – conclude Rossetti – è sorprendente e contraddittorio che ora si pensi di restringere l’ambito di applicazione del credito in modo così drastico e penalizzante. Ciò rischia di tradursi in un danno e in una beffa per gli esercenti dei punti vendita a cui va il nostro pieno sostegno”.

“Retisti e gestori – è l’appello di Rossetti – hanno bisogno di semplificazioni e di coerenza del quadro normativo, non di continue complicazioni e cambi di direzione. La richiesta di scorporare le commissioni dei privati da quelle delle partite Iva presenta, all’atto pratico, difficoltà oggettive pressoché insormontabili”.

Articolo pubblicato su Staffetta Online il 23 gennaio 2019