Il dibattito a Fuels Mobility sull’impatto della digitalizzazione con Dogane, Entrate, associazioni e aziende del settore
Le frodi nella distribuzione carburanti sono in chiara diminuzione. L’entrata in vigore del Das telematico e dei controlli sulle autorizzazioni ha dato un duro colpo al fenomeno, come evidenziato in un’analisi di maggio delle Dogane per il Mef . Il processo di digitalizzazione, con e-Das, Infoil e corrispettivo telematico, sta dando dunque i suoi frutti e va completato, avendo cura di condividerlo con gli operatori del settore. Concordano sul punto Sebastiano Ferrara e Gian Luca Forastieri dell’Agenzia delle Dogane, Mario Piancaldini dell’Agenzia delle Entrate, Simone Canestrelli di Assopetroli-Assoenergia, Emanuele Jacorossi di Assocostieri, Eugenio Sbariggia di Unem, Natalino Mori di Transadriatico, Gaetano Puccia di Intrapresa, l’avvocato Bonaventura Sorrentino e Giuseppe Sperduto di Faib – intervenuti ieri al dibattito “Digitalizzazione e nuove tecnologie alleati per garantire la sicurezza e la legalità nel settore della distribuzione carburanti” nella cornice di Fuels Mobility in fiera a Bologna.
I relatori concordano sulla diminuzione di intensità del fenomeno frodi, ma rilevano le prime avvisaglie di una sua nuova evoluzione, come già accaduto negli anni passati. Per l’Agenzia delle Dogane la sfida è evolversi più velocemente degli operatori del “mercato parallelo”, mentre le Entrate hanno notato un azzeramento delle frodi tradizionali ma anche i primi segnali di un passaggio a nuove forme, tra cui le false fideiussioni. Le associazioni hanno indicato nei Certificati d’immissione in consumo e nei carburanti per i quali non vige l’obbligo di e-Das elettronico la nuova frontiera dell’illegalità. Chiedendo quindi alle Agenzie di completare velocemente il processo di digitalizzazione, perché la criminalità è ormai entrata nel settore e ne conosce e ne sfrutta le debolezze. “Dalla strada”, Mori ha notato il crollo delle frodi in estate accompagnato da una sua ripresa, seppur in tono minore, in questi ultimi mesi. Le Dogane hanno ricordato il lavoro di controllo delle autorizzazioni, evitando di commentare i contenziosi con gli operatori davanti alla giustizia amministrativa. Sul tema, Sorrentino ha chiesto che il direttore delle Dogane fornisca presto le linee guida sui “requisiti soggettivi”.
Ferrara ha esordito: “la digitalizzazione è un volano e l’e-Das è un primo esempio”. Ma è necessario, ha detto, digitalizzare l’intera filiera, dalla produzione ai punti vendita di carburanti. La digitalizzazione è un processo in continua evoluzione, ha sottolineato, concordando sulla necessità di introdurre un controllo in tempo reale. Le Dogane stanno lavorando sul nuovo sistema informatico “Sisma” per elaborare i dati degli e-Das. Le frodi si evolvono, e così, ha concluso, deve fare l’amministrazione.
Forastieri ha ricordato lo sforzo di digitalizzazione compiuto dall’Agenzia. Concorda sulla necessità di digitalizzare l’intera filiera. Ha poi ricordato lo sforzo compiuto dagli operatori per adattarsi alle prescrizioni delle Dogane. “Le frodi aumenteranno? Noi ancora la sfera di cristallo non ce l’abbiamo”, ha detto, ma l’impegno delle Dogane non verrà meno. È però necessario un confronto tra le amministrazioni e con il Gse. Sui contenziosi con i tribunali amministrativi, Forastieri ha detto: “la giustizia fa il suo corso. Se ci sono dei profili di illegittimità o di debolezza nei nostri provvedimenti, bisogna prenderne atto. Questo non significa che non si possa fare qualcosa a monte, perché il giudice amministrativo giudica sulla legge” e “davanti ad alcune situazioni, lo Stato non può chiudere gli occhi. Davanti a casi che ci sembrano deboli dal punto di vista economico, impiantistico e commerciale, noi dobbiamo essere bravi a fermare le autorizzazioni”. Quale intervento si attendono dal legislatore? “Se i Tar ritengono che si siano le motivazioni per bloccare una sospensione, ritengo che facciano bene a bloccare i nostri atti. Poi in giudizio si andrà a vedere se i nostri atti hanno ragion d’essere oppure no. Le sentenze si rispettano, non si commentano”.
Piancaldini ha sottolineato l’importanza degli standard per semplificare i processi di digitalizzazione e della collaborazione con gli operatori. “Con l’introduzione della fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2019, noi a fine 2019 abbiamo assistito a un incremento del gettito Iva di 3,66 miliardi di euro”, ha detto. E: “nel primo semestre 2021, rapportato al 2019, stiamo vedendo un incremento del gettito Iva intorno al 4%. Immaginiamo che questi incrementi potrebbero essere dovuti anche all’obbligo di corrispettivo telematico, decollato in modo generalizzato dal 1° gennaio 2021”. Le Entrate e le Dogane, ha detto, stanno lavorando per creare un “flusso informativo unico”. Le frodi tradizionali “si sono praticamente azzerate”, ma il fenomeno è in evoluzione in direzioni come, per esempio, le false fideiussioni.
Canestrelli ha aperto così: “ho fatto un giro in fiera e, essendo un operatore dell’oil tradizionale, di oil non ho visto traccia. Trovo singolare parlare di digitalizzazione di una filiera in un contesto che ne certifica il pensionamento”, concludendo così: “fare tutto questo percorso in un contesto in cui l’orizzonte sembra tracciato è doppiamente difficile”. Ha sottolineato l’impegno – economico e di competenze – dell’associazione contro le frodi. Sui prossimi passi della digitalizzazione, a partire dall’estensione dell’e-Das, ha detto: “siamo di nuovo al fianco dell’amministrazione, ma lo dobbiamo fare con la certezza che lo Stato riconosca il nostro sforzo”. Sulla digitalizzazione, ha detto, “noi riteniamo che gli strumenti introdotti siano sufficienti. Noi abbiamo sollecitato in più occasioni la creazione di una task force, che ancora oggi manca, tra Mef, agenzie fiscali, autorità giudiziaria e organi di polizia”.
Sulle frodi, Jacorossi ha detto: “di sicuro il fenomeno è in diminuzione, almeno nelle forme più tradizionali. Le lettere d’intento sono state abolite e non riceviamo più richieste di poter transitare con volumi enormi, mentre prima le ricevevamo una volta a settimana”. Ma ha avvertito: “l’illegalità ormai è entrata nel settore, ora bisogna essere bravi a tappare i buchi di processo e normativa. Queste persone conoscono il settore, sono entrate dieci anni fa e hanno imparato a cercare i punti deboli. Cambi una norma, metti un nuovo processo digitale, e queste persone si adeguano”. Ha chiesto di coinvolgere anche il Gse, che vigila sui certificati d’immissione in consumo. I Cic, ha detto, possono costituire la nuova frontiera delle frodi, anche se con importi minori delle frodi Iva. Assocostieri ha apprezzato moltissimo il controllo sull’autorizzazione allo stoccaggio per i trader. L’associazione auspica però un controllo in tempo reale: “come ha risposto lo Stato alle frodi? Con una sorta di legge marziale: c’è una presunzione di corresponsabilità sulla frode tra venditore e acquirente basata sull’idea che la parte onesta doveva sapere con chi si metteva in affari. Sicuramente a volte è stato così, ma a volte no”. Sulla digitalizzazione, Jacorossi ha chiesto di controllare anche i punti vendita e i destinatari registrati, e di estendere il sistema Infoil. E ha concluso: “la tendenza è di essere non più petroliferi ma essere energetici. Il controllo dev’essere energetico e non più solo petrolifero”.
Sbariggia ha ricordato lo sforzo normativo per la standardizzazione di licenze e autorizzazioni. “Il problema fondamentale”, ha detto, “è che il settore energetico è fortemente gravato dalla fiscalità: a prescindere da quale sarà la fonte energetica che utilizzeremo nei prossimi anni, un problema di legalità si porrà sempre, finché ci sarà una tassazione così elevata”. La digitalizzazione, per gli associati, è stata “un investimento, e non un costo”. Però c’è un problema di tempi, la digitalizzazione va completata velocemente: “noi”, ha detto, “abbiamo chiesto all’Agenzia delle Dogane l’adozione dell’e-Das per i carburanti agricoli e, per chi fosse già pronto, per tutti gli altri prodotti”. Concorda con Assocostieri sulla necessità di un controllo in tempo reale, per evitare che poi debba intervenire l’autorità giudiziaria quando “i soldi sono già spariti”. E ha chiuso: “le frodi evolvono, chi vuol delinquere delinque sempre, noi come filiera sana dobbiamo monitorare la situazione e manutenere e aggiornare il sistema che si sta creando”.
Mori ha offerto il punto di vista degli autotrasportatori sulle frodi. In estate, ha detto, si è assistito a un incremento dei volumi di prodotti petroliferi consegnati con la contemporanea diminuzione del “mercato parallelo”. Il fenomeno “è tangibile”, ha detto, “perché siamo andati a consegnare prodotto in impianti dove non consegnavamo da diversi anni”. In estate c’è stato anche un problema di carenza di autotrasportatori. La diminuzione dei volumi scambiati sul “mercato parallelo” è stata dovuta alle inchieste e ai blitz della polizia giudiziaria, ma soprattutto all’introduzione dell’e-Das, ha detto Mori. Che ha poi riconosciuto l’argine alle frodi costituito dagli operatori onesti. “Fino a che non c’è stato l’e-Das, non era facile capire chi ci fosse in mezzo al trasporto. Ci veniva commissionato un servizio da un’azienda seria, con un carico da un deposito istituzionale e noto, ma non conoscevamo i passaggi intermedi. Prima non lo potevamo sapere, perché il Das era di carta e dai depositi ci dicevano che non si potevano aggiungere tante informazioni”. In questi ultimi mesi, però, ci sono segnali di ripresa delle frodi, ma “il fenomeno è oggi molto ridotto”. Mori ha lamentato il mancato coinvolgimento degli autotrasportatori sull’e-Das: c’è ancora molta confusione su chi sia l’“incaricato del trasporto” che “non può essere l’autista, ma dev’essere il primo vettore”. Se si vuole procedere con la digitalizzazione integrale, bisogna ricordare, ha avvertito, che molte autobotti sono ancora analogiche e gli autisti devono essere formati. E ha concluso: “sicuramente, per le imprese, vedere che dopo un’inchiesta un operatore coinvolto torna subito sul mercato non è un buon segnale”.
Puccia ha sottolineato il ruolo d’intermediari delle aziende informatiche, che hanno dovuto tradurre e semplificare le norme introdotte dal legislatore e dalle amministrazioni, dovendo spiegare alle aziende l’importanza della digitalizzazione. Ha ricordato i vantaggi economici della digitalizzazione: “le aziende che per prime hanno iniziato questo percorso ora hanno aumentato i ricavi”. Il passaggio al pagamento elettronico, che nel 2020 ha superato il pagamento in contanti, si traduce in maggiore sicurezza per le imprese, con una drastica diminuzione dei furti, e in una maggiore efficacia per lo Stato nel contrasto alle frodi. “Non è stato facile far capire agli operatori l’importanza della digitalizzazione”, ha detto, “ci sono imprenditori lungimiranti, ma anche imprenditori che non hanno capito e che probabilmente nel tempo saranno tagliati fuori dal mercato. Ci sono quelli che l’hanno dovuta subire, e quindi il nostro compito è stato fargli capire l’importanza dei nuovi strumenti. È stata dura”.
Sorrentino ha evidenziato la necessità di strumenti per il controllo delle frodi in tempo reale. “Ho visto il legislatore inizialmente incerto nell’elaborare la normativa di contrasto alle frodi, perché inconsapevole forse della sua entità”, ha detto. Ha ricordato l’importanza di e-Das e Infoil, e del controllo delle Dogane sulle autorizzazioni. È fondamentale, ha detto, guardare il fenomeno delle frodi da un punto di vista europeo. Un passo ulteriore nel contrasto deriverà dal gruppo di lavoro centro-periferia istituito dall’agenzia delle Dogane. Sorrentino si è poi concentrato sulla valutazione dell’“affidabilità economica” da parte dell’Agenzia: “alcune Agenzie si stanno muovendo in modo non proprio uniforme, perché mancano le coordinate legislative necessarie”. Bisogna evitare una “disparità di trattamento” nei diversi casi. Se l’Agenzia deve controllare la “consistenza economica” degli operatori, il direttore dell’Agenzia deve dettare le linee guida. La digitalizzazione deve riguardare anche il processo penale, per abbreviare la durata delle indagini e per aumentare la collaborazione tra le diverse procure nei casi di frodi molto ramificate.
Sperduto ha detto che i gestori rappresentano l’“anello debole” del processo di digitalizzazione. Faib “collaborerà con l’amministrazione e continuerà a farlo”, ma i costi sono elevati e l’impegno grava soprattutto sul gestore. I gestori chiedono però un’agevolazione su costi, tempi, e opportunità di attuazione. “L’illegalità è un cancro, e troppo è andata avanti e troppo tardi siamo intervenuti”, ha aggiunto. “Digitalizzazione vuol dire semplificare, e non gravare sull’anello debole della distribuzione”, ha concluso.