Articolo del 4 novembre 2019
No a deroghe sulle lettere di intento, calibrare meglio gli adempimenti per i piccoli depositi. L’audizione del presidente Rossetti alla Camera
Eliminare le esenzioni per l’autotrasporto in materia di divieto di utilizzo di lettere di intento; calibrare meglio le norme sui piccolissimi depositi di carburanti a uso privato; limitare ai destinatari registrati i nuovi adempimenti previsti per i depositi al di sotto dei 3.000 metri cubi di volume. Queste le tre principali richieste formulate da Andrea Rossetti, presidente Assopetroli, ascoltato oggi in audizione sul Decreto fiscale in commissione Finanze alla Camera, in materia di contrasto alle frodi nella distribuzione carburanti.
Quanto ai piccoli depositi a uso privato, l’articolo 5 comma 1 lettera c del DL fiscale introduce l’obbligo di licenza fiscale dall’amministrazione doganale e di tenuta del registro di carico e scarico, addirittura sopra i 5 metri cubi se è sono destinati all’autotrasporto. Disposizioni che servono a “censire i soggetti utilizzatori”. “Pur essendo fautori di un solido sistema di controllo della filiera – ha detto Rossetti – sottolineiamo che questi soggetti sono già conosciuti, attraverso il sistema Emcs e ancor di più con il Das elettronico, con il sistema di rimborso delle accise per l’autotrasporto e con le assegnazioni per il gasolio agricolo”. Secondo Assopetroli è quindi “incomprensibile” parlare di soggetti non noti, e quindi il provvedimento è “non proporzionato”. Rossetti ha chiesto di non dimenticare i principi di semplificazione e del “once only”. Il problema è che le norme potrebbero determinare uno “sviamento dei flussi di domanda” dall’extrarete alla rete”, mentre il provvedimento dovrebbe essere “neutrale dal punto di vista concorrenziale”. Tre le ipotesi prospettate da Assopetroli: abrogazione; sostituzione della licenza con un’anagrafe dei depositi privati; obbligo di licenza e registro solo per depositi privati permanenti.
Quanto all’obbligo di pagamento anticipato dell’Iva (articolo 6), Rossetti ha sottolineato che “sono obbligati al versamento anticipato solo i depositi piccoli”, con una soglia “non presente altrove nell’ordinamento di 3.000 mc, senza alcun elemento interpretativo”. Una “misura discrezionale e arbitraria”, una perimetrazione del rischio che finisce per riguardare solo le Pmi, creando una “sperequazione concorrenziale” dal punto di vista finanziario, con gli operatori più grandi che possono liquidare l’Iva periodicamente e possono compensare. Una “semplificazione intollerabile”, ha detto Rossetti, che crea inoltre una “notevolissima difficoltà operativa, con l’obbligo di versamento da fare operazione per operazione”. Il parametro dei 3.000 mc “è del tutto fuori sistema” e andrebbe “quanto meno accompagnato da provvedimenti di mitigazione”. L’associazione non chiede l’abrogazione “perché condividiamo la ratio”, ma “servono precisazioni”, come “limitare l’adempimento ai destinatari registrati”. In via subordinata, Rossetti ha chiesto che “siano concesse due possibilità alternative: prestare garanzie per equivalente o che siano riconosciuti gli esoneri previsti in materia di accise per operatori considerati affidabili dall’amministrazione doganale”.
Quanto infine alle lettere di intento, Rossetti ha chiesto di eliminare l’ulteriore deroga al divieto inserita nel decreto-legge, quella per gli autotrasportatori internazionali, una “deroga pericolosa”, ha detto, che “ha un razionale teorico” ma “crea una falla” e un “rischio che non ci possiamo concedere”. Sulle lettere di intento, ha sottolineato Rossetti, “c’è un ritardo di controllo, lo sa anche l’amministrazione che non è in grado di controllarlo ex ante. Sono cinque anni che stiamo correndo dietro a questo fenomeno che ha un’incredibile capacità di rigenerarsi”. Su questa eliminazione, ha concluso, sono d’accordo anche i servizi antifrode di Dogane ed Entrate: “vi esorto a porre la massima attenzione perché rischiamo di fare una tela di penelope, costruiamo di giorno e qualcuno disfa di notte. È necessaria un’inibizione integrale senza deroghe, senza se e senza ma”.
Rossetti, accompagnato da Madi Gandolfo, ha esordito chiedendo la soppressione dell’articolo 10 del Decreto crescita, la disposizione che ha introdotto lo “sconto ecobonus” per le detrazioni per gli interventi di efficienza energetica sugli edifici. Visti gli obiettivi “ambiziosissimi” in tema di efficienza energetica che si è dato il nostro Paese, ha detto rossetti, “bisogna costruire un sistema che consenta di decuplicare il numero di interventi rispetto a ora”, mentre “ingessare questo ambito di mercato ha effetti indesiderabili”. Con la norma del DL crescita, ha aggiunto, c’è un “aggravio per le imprese difficoltoso adempiere”, imprese che “dal punto di vista finanziario operano in settore che soffre già di ritardi di pagamento, soggetto a split paynment e reverse charge per la committenza pubblica”, tutti elementi che aggravano l’indebitamento. Chiediamo perciò l’abrogazione della misura”.