SQ – MAFIA E CARBURANTI, L’ANALISI DEL GENERALE GDF ZAFARANA

Articolo pubblicato da Staffetta Quotidiana il 19 maggio 2021

L’audizione in Commissione antimafia: “regia strutturata della criminalità organizzata”. Business dai profitti ingenti e rischio minore rispetto agli stupefacenti

“Si assiste a un’evoluzione nell’ambito dei tradizionali traffici illeciti da queste poste in essere con particolare riferimento al contrabbando. Più in dettaglio si registra uno spostamento degli interessi dal settore dei tabacchi al commercio internazionale di prodotti petroliferi, realizzato con il coinvolgimento di studi professionali e società di comodo situate in Italia e all’estero, strumentali alla realizzazione di frodi fiscali che danneggiano il gettito erariale e producono effetti distorsivi sul corretto funzionamento dei mercati”. Lo ha detto il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, durante un’audizione presso la Commissione Antimafia aggiungendo che “l’analisi dei dati investigativi, sovente, ha consentito di rilevare la presenza di una regia strutturata della criminalità organizzata che, da un lato, realizza ingenti profitti grazie all’evasione dell’Iva e delle accise sui carburanti per autotrazione, dall’altro, reimpiega i proventi illeciti nell’acquisizione di depositi di stoccaggio e di impianti di distribuzione stradale. Si tratta principalmente di strutture della logistica petrolifera e di distributori senza logo, cioè pompe bianche, attraverso cui le organizzazioni criminali realizzano le condotte evasive che consentono di immettere sul mercato carburante a prezzi fortemente concorrenziali”.

“Tra i meccanismi di frode più diffusi – ha detto il generale – figurano, in primo luogo, le frodi all’Iva, perpetrate mediante l’utilizzo strumentale di società cartiere nazionali che, avvalendosi di depositi di stoccaggio compiacenti, estraggono i prodotti energetici in violazione degli obblighi di versamento anticipato dell’imposta, recentemente introdotti dal legislatore proprio in chiave antifrode. Assai frequente è altresì l’introduzione, nel territorio nazionale, di prodotti petroliferi del tipo oli e preparazioni lubrificanti illecitamente impiegati quali carburanti in totale evasione dell’accisa (designer fuels) e la destinazione ad usi tassati di prodotti esenti o ad aliquota agevolata, ad esempio il gasolio agricolo, da parte di soggetti non aventi titolo. Attraverso i suddetti meccanismi di frode, le organizzazioni criminali riescono a garantirsi un guadagno illecito di circa il 60% per ogni litro di prodotto venduto, rispetto ai prezzi di vendita al dettaglio del mercato legale. Si tratta di un business dai profitti ingenti, cui corrisponde un rischio minore sotto il profilo sanzionatorio se paragonato ad altre tipologie di attività illecite come il traffico di stupefacenti”.

“Alla luce della gravità del fenomeno – ha detto Zafarana – abbiamo istituito presso il comando generale una cabina di regia con compiti di analisi e di raccordo tra i reparti, rafforzando, oltremodo, la collaborazione con gli organi collaterali. Ciò ha consentito di dare un forte impulso all’attività di contrasto alle frodi nel settore, come dimostrano i rilevanti risultati raggiunti sia in termini repressivi sia di incremento della tax compliance, che hanno contribuito a sottrarre significative quote di mercato dall’area dell’illegalità, con un aumento dei consumi leciti e conseguenti effetti positivi in termini di maggior gettito per l’erario, aumento del fatturato per le imprese sane e più sicurezza per i consumatori finali”, ha concluso Zafarana.

Zafarana ha infine ricordato l’indagine Petrol-Mafie spa coordinata dalla Direzione nazionale antimafia, da cui è emersa una “vera e propria spartizione a tavolino del mercato dei prodotti energetici tra la criminalità campana, quella calabrese e quella siciliana, con imprenditori del settore, con un generale e stabile asservimento agli interessi delle associazioni”.