Staffetta Quotidiana: “Biodiesel, normativa italiana all’avanguardia”

Il presidente di Assobiodiesel rassicura Assopetroli (v. Staffetta 15/12): le specifiche tecniche del prodotto sono frutto dei più severi controlli degli organi tecnici della Ue e di tutti i Mirror Group dei Paesi membri.

Un ringraziamento ad Assopetroli per aver ricordato che la normativa italiana è all’avanguardia nel recepimento della Direttiva 2009/28/CE volta all’abbattimento della CO2 nel trasporto. Un fiore all’occhiello del cosiddetto Sistema Paese, troppo spesso menzionato con accezioni negative. E quindi un ringraziamento ad Assopetroli per aver ricordato che dal 2016 il tasso di biodiesel nel gasolio dovrà raggiungere il 5,5%.

Non è né un allarme né un segnale improvviso quello dell’aumento della percentuale di miscelazione di biocarburanti nei gasoli e benzine , percentuale che, ai sensi Decreto del 10 ottobre 2014 del Ministero dello Sviluppo Economico aumenterà fino al 10% al 2020, bensì è il risultato di un lavoro coscienzioso e professionale delle Autorità competenti e di tutti gli operatori del settore, tra i quali in primis le società petrolifere che hanno sostenuto gli oneri di miscelazione e logistica a tutto vantaggio dell’ambiente.

Tale lavoro ha permesso non solo la pianificazione delle attività industriali, ma ha previsto per il 2018 un sotto obiettivo per i biocarburanti avanzati, creando le condizioni per lo sviluppo di una industria tutta italiana. Primo paese in Europa in tal senso a disciplinare la materia dei biocarburanti avanzati, con grande lungimiranza e al contempo ragionevole realismo, rappresentato dal momento di verifica e salvaguardia del 2017.

Al tempo stesso preme però ricordare che additivare biodiesel al gasolio non significa dare origine a una miscela, ma a un gasolio EN590. Questo aspetto è sostanziale.

Le specifiche tecniche del prodotto biodiesel sono frutto dei più severi controlli degli organi tecnici della Commissione europea (CEN,) di tutti i Mirror Group dei Paesi membri e sono state definite coinvolgendo i laboratori tecnici di tutte le industrie coinvolte dalle società petrolifere alle case automobilistiche.

L’industria del biodiesel negli ultimi dieci anni ha effettuato ingenti investimenti presso i siti produttivi per ottimizzare la qualità e adeguarsi agli standard qualitativi imposti. Le società petrolifere dal canto loro hanno sviluppato competenze e standard di controllo elevatissimi sia dei biocarburanti acquistati, sia delle miscele prodotte.

Esiste poi sicuramente un ‘esigenza di attuare buone pratiche di campo, quali la sanificazione e l’eliminazione di acqua dai serbatoi, ma tali pratiche sono note da decenni e rappresentano il contributo all’applicazione della norma da parte dell’ultimo anello logistico.

Appare infine anacronistico, se non addirittura “preistorico”, prevedere un calo dell’attenzione dei governi europei sull’abbattimento della CO2, proprio in questi giorni post firma COP21.

L’Italia ha una buona posizione nell’ambito di questo progetto globale grazie all’impegno concreto degli operatori della filiera bioenergetica ed è ormai dimostrata la convenienza, anche in termini di sviluppo industriale, a investire e adoperarsi seriamente per il progetto ambientale.

Adriano Parodi, presidente di Assobiodiesel

Pubblicato da Staffetta Quotidiana il 21 dicembre 2015