Staffetta Quotidiana – “Compensare le accise con i crediti Iva”

La proposta Assopetroli. Anche per tentare di contrastare le infiltrazioni mafiose

Che la criminalità organizzata stia mettendo gli occhi sulle imprese in difficoltà per la crisi da coronavirus è tema che ogni giorno rimbalza sulle pagine dei giornali. Mai però – almeno fino ad ora – è stato nominato tra i settori più esposti quello della distribuzione carburanti. Settore che anche in tempi “normali” ha subito forti infiltrazioni, soprattutto negli ultimi sei-sette anni, e che ora, con il crollo dei consumi e la conseguente crisi di liquidità, è oggetto egli appetiti di chi ha ingenti somme da investire e riciclare.

L’allarme nel settore è molto alto, l’associazione di settore Assopetroli si è mobilitata per attivare i canali già aperti con il mondo finanziario e ha ora formulato una proposta al legislatore per tentare di dare un ulteriore aiuto in tal senso alle aziende in difficoltà: “pagare” le accise allo Stato con i crediti Iva maturati. Una proposta che arriva all’inizio dell’iter di conversione alla Camera del Decreto liquidità e mentre il Governo è al lavoro sul “Decreto aprile”.

La disposizione, argomenta Assopetroli, intende “fornire un’iniezione di liquidità immediata ai depositi fiscali di prodotti energetici, strutturalmente in credito Iva, attraverso l’introduzione di un meccanismo di compensazione” dei crediti Iva (per i quali si può effettuare istanza di rimborso con cadenza trimestrale) con le accise gravanti sui medesimi prodotti (versate invece con cadenza mensile). La soluzione prospettata, sottolinea l’associazione, “consentirebbe alle aziende in questione di non incidere ulteriormente sulla propria liquidità per effetto del versamento mensile delle accise, potendo compensare tale tributo con il proprio credito Iva”. Ma la misura, soprattutto, “mira a salvaguardare la tenuta di imprese sane che non solo offrono un servizio essenziale e non interrompibile, ma operano anche in un comparto strategico per il Paese, preservandole da possibili infiltrazioni criminali”. Senza contare che “il meccanismo di compensazione Iva-accise, oltre a non avere impatto sulla finanza pubblica, avrebbe il vantaggio di agevolare l’operatività dell’Agenzia delle Entrate, oggi oberata da richieste di rimborsi Iva sempre più pressanti a causa della crisi di liquidità causata dall’emergenza Covid-19”. Insomma, una specie di “uovo di Colombo” – per quanto gli appetiti della criminalità siano forti e le misure di compensazione più limitate in un momento di scarsa attività.

A questo link il testo della proposta.