UE: RISERVE GAS, VERSO OK MANDATO PARLAMENTO UE PROSSIMA SETTIMANA

La Russia ha chiesto ai paesi “non amici” di pagare il suo gas in rubli dal 31 marzo, ma l’UE, che paga principalmente in euro, ha respinto l’idea. Mosca è sembrata ammorbidire la sua posizione, lasciando intendere che i pagamenti in rubli saranno introdotti gradualmente, ma la Germania e l’Austria hanno fatto i primi passi verso il razionamento del gas, attivando i rispettivi piani di emergenza per una possibile interruzione delle forniture di gas. La Germania ha esortato i consumatori e le aziende a ridurre il consumo in previsione di possibili carenze, mentre l’Austria ha rafforzato il monitoraggio del mercato del gas. La Germania ottiene circa la metà del suo gas e un terzo del suo petrolio dalla Russia e ha avvertito che potrebbe affrontare una recessione se le forniture si fermassero improvvisamente. La vicina Austria sfiora l’80% di dipendenza dalla Russia per il gas, ma il Governo ha dichiarato di ricorrere al razionamento solo in caso di una “crisi immediata”. Secondo i piani di emergenza gas, la “fase di preallarme”, che sia la Germania che l’Austria hanno attivato, è il primo di tre passi previsti per preparare il paese per una potenziale carenza di approvvigionamento. Nella fase finale, i governi introdurrebbero il vero e proprio razionamento del gas. Nel frattempo, la Polonia ieri ha dichiarato di voler interrompere entro la fine dell’anno tutte le importazioni di energia russa, definendo questa decisione “il piano più radicale” in tutta l’UE e invitando tutti gli altri Stati membri a fare lo stesso: una frecciatina alla Germania, finora riluttante rispetto a questa ipotesi. Intanto, i funzionari della Commissione e gli eurodeputati si sono confrontati sulla proposta della Commissione per lo stoccaggio obbligatorio dell’energia alla commissione energia del Parlamento europeo. La Commissione prevede infatti di rendere obbligatorio lo stoccaggio di gas naturale prima di ogni inverno e di coordinare gli acquisti congiunti di gas non russo. Come segnale positivo, i paesi del Benelux, l’Austria, la Germania, la Francia e la Svizzera hanno firmato mercoledì una dichiarazione a favore dello stoccaggio congiunto. 

Intanto il Parlamento Ue potrebbe votare il mandato negoziale sulla proposta della Commissione per aumentare le riserve di gas e procedere con acquisti congiunti di energia già la prossima settimana, rimandando la definizione della vera e propria posizione dell’Eurocamera ad una fase informale successiva. Il provvedimento, che è stato approvato dall’Esecutivo europeo la settimana scorsa e assegnato alla commissione Industria ed energia (Itre) del Parlamento Ue, arriverà in sessione plenaria la prossima settimana. Martedì gli europarlamentari si esprimeranno sulla richiesta di procedura accelerata e qualora venisse accettata il termine degli emendamenti verrebbe già fissato a martedì con votazione finale del mandato negoziale prevista per giovedì 7 aprile. La procedura accelerata consentirebbe dunque di saltare la discussione in commissione Itre.

Ufficialmente, infatti, il relatore è il presidente della Commissione Itre Cristian-Silviu Busoi, ma in realtà è stata messa a punto una squadra negoziale composta da: Jerzy Buzek (Ppe, con il ruolo di capodelegazione e relatore di fatto), Patrizia Toia (S&d, Pd), Klemen Groselj (Renew), Marie Toussaint (Verdi), Paolo Borchia (Id, Lega), Zdzislaw Krasnod bski (Ecr) e Sandra Pereira (Left). Durante un dibattito in commissione Itre, il relatore Buzek ha spiegato come il “Parlamento potrebbe essere pronto a iniziare i negoziati in quattro di settimane, alla fine di aprile”. Per ragioni di calendario, infatti, la settimana successiva a quella della plenaria non sono previste attività parlamentari. L’intenzione della squadra negoziale del Parlamento europeo sarebbe quindi quella di procedere già la prossima settimana con la votazione in plenaria del mandato negoziale, senza apportare alla proposta della Commissione modifiche sostanziali. I negoziati veri e propri per la definizione della posizione dell’Eurocamera – questa è l’ipotesi più accreditata – inizieranno subito dopo, con la raccolta delle istanze dai vari gruppi politici e la definizione di un documento non ufficiale del Parlamento europeo che rappresenterà la vera posizione dell’Eurocamera al tavolo dei negoziati con il Consiglio Ue.